Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 giugno 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Il dollaro è salito al livello più alto di 15 mesi contro lo yen giapponese. Titoli azionari e valute hanno tratto beneficio dalla rassicurazione del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell secondo cui un rapido aumento dell’inflazione come quello degli anni Settanta è “molto, molto improbabile”. Con la fiducia della banca centrale, gli investitori hanno spinto su gli asset legati al rischio. I cambi dello yen giapponese sono quelli andati meglio, con la coppia USD/JPY che ha superato il livello di 111 intraday. Una maggiore propensione al rischio è uno dei principali motivi per cui la domanda per la sterlina e le materie prime ha superato il dollaro USA, e i guadagni del biglietto verde sono rimasti limitati rispetto a yen, franco svizzero ed euro. Considerata la recente debolezza dei dati statunitensi, la Fed vuole vedere una ripresa più forte prima di alzare i tassi di interesse. Le vendite di case nuove sono scese inaspettatamente, insieme ai dati di Markit Economics sull’indice PMI composito e sui servizi. Powell ha affermato che: “Non alzeremo i tassi di interesse preventivamente perché temiamo il possibile arrivo dell’inflazione. Aspetteremo le prove di una vera inflazione o di altri squilibri”. I beni durevoli, le revisioni sul PIL del primo trimestre, le domande di sussidio di disoccupazione e la bilancia commerciale saranno pubblicati domani.
Aspetto interessante, anche se i dati statunitensi hanno deluso e quelli della zona euro sono stati un successo, l’euro ha chiuso la giornata in calo contro il dollaro. La riapertura in Europa ha spinto l’indice PMI flash sulla zona euro di giugno al massimo di 15 mesi, ma la cautela della Banca Centrale Europea ha causato la performance debole del cambio EUR/USD. Anche i rendimenti dei Titoli del Tesoro USA a 10 anni sono saliti questo mercoledì, contribuendo allo slancio rialzista del dollaro. È attesa la pubblicazione del report IFO tedesco e, considerato il rialzo degli indici PMI, si prevede un dato solido.
La sterlina sale contro l’euro e il dollaro nonostante gli indici PMI britannici deboli. La Banca d’Inghilterra è stata una delle prime banche centrali a ridurre gli acquisti di asset ma, con il rinvio della riapertura e i dati misti, è probabile che sarà prudente. L’indice PMI manifatturiero è sceso da 65,6 a 64,2, mentre l’indice sui servizi ha segnato 61,7, in calo da 62,9. Detto questo, l’accelerazione dell’attività economica lascia aperta la possibilità di un ulteriore tapering da parte della BoE. Se la banca centrale dovesse suggerire la possibilità di altre mosse nel corso dell’estate o all’inizio dell’autunno, la sterlina potrebbe estendere i rialzi. Se facesse eco al sentimento della Fed ed enfatizzasse la natura temporanea dell’indice IPC più alto, la valuta britannica potrebbe crollare rapidamente.
Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno registrato la performance migliore tra tutte le valute, nonostante i dati PMI australiani deboli. Il dollaro canadese, invece, non è riuscito a lasciarsi alle spalle il calo maggiore del previsto delle vendite al dettaglio. Le spese dei consumatori sono crollate del 5,7% nel mese di aprile, mentre le spese auto escluse hanno visto un tonfo del 7,2%.