Data l’assenza di novità importanti, la pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di gennaio non ha influito granché sul mercato forex.
I partecipanti al mercato si chiedono ancora se “l’ulteriore graduale aumento” debba essere interpretato come un ritmo più rapido dei rialzi del tasso o se significhi solo che la Fed continuerà su questo corso e a questi ritmi per i prossimi anni.
Crediamo che la seconda opzione sia più probabile, soprattutto nel breve termine, perché non c’è motivo per un’accelerazione del restringimento della Fed.
L’inflazione è sotto controllo, inoltre, a nostro avviso, è rischioso tirare delle conclusioni da questi verbali, perché nel frattempo Jerome Powell ha preso le redini della Fed.
La riunione del FOMC di gennaio si è tenuta ancora sotto la direzione di Janet Yellen e, anche se Powell non cambierà in modo sostanziale l’impostazione della Fed, è lecito aspettarsi dei piccoli aggiustamenti.
Inizialmente il biglietto verde ha reagito in modo brusco, calando leggermente contro gran parte delle altre valute.
Le vendite, però, sono durate poco. Stamattina, in assenza di catalizzatori chiave, il dollaro non ha un andamento omogeneo.
Il cambio USD/JPY è in calo dello 0,40% a 107,30, quello EUR/USD si è stabilizzato intorno a 1,2280, mentre continua il momentum rialzista dell’USD/CHF.
Vista l’assenza di catalizzatori globali, gli investitori continueranno a concentrarsi sulla Fed e su qualsiasi cosa che potrebbe condizionare il processo di restringimento.
Nello specifico, gli investitori analizzeranno con attenzione le cifre sul PCE, che saranno pubblicate la prossima settimana, e il rapporto IPC riferito a febbraio, in calendario il 13 marzo, perché potrebbero influenzare l’esito della riunione di marzo del FOMC.
Rimaniamo positivi sull’USD, sebbene il mercato sembri ancora prudente sul biglietto verde, e non ci aspettiamo un ulteriore rialzo.