Record di redditività per la Casa tedesca che archivia il 2022 con un margine operativo all’8,1%, il livello più alto degli ultimi sei anni. Però il cash flow langue a causa del grande numero di auto non finite e non vendute. I multipli di Borsa
Utile operativo record a 22,5 miliardi di euro
Volkswagen (ETR:VOWG) archivia il 2022 come un anno a due facce: da un lato la società segna un record storico di redditività, con un margine operativo che per la prima volta negli ultimi sei anni supera l’8%, dall’altro le gravi difficoltà nella catena delle forniture e il grande numero di auto non completate hanno pesato sulla situazione finanziaria, per cui il cash flow finale si ferma a solo 5 miliardi di euro, contro gli 8,6 miliardi dell’anno precedente, che era anche il target del 2022.
La società ha comunicato lunedì 7 febbraio i dati preliminari del bilancio 2022 che sarà presentato in maniera definitiva il prossimo 14 marzo.
Il dato principale è quello dell’utile operativo (Ebit) che raggiunge i 22,5 miliardi di euro con una crescita del 17,2% sul 2021, superiore alla crescita dei ricavi che segnano un aumento del 10,8% arrivando a quota 279 miliardi di euro.
Redditività in calo nei prossimi due anni
Il margine operativo è dell’8,1%, in netto miglioramento dal 7,7% dell’anno prima. Secondo gli analisti questo livello di redditività è destinato a restare un record anche nel futuro prossimo di Volkswagen, dato che le stime per il 2023 e il 2024 indicano un calo del margine nei prossimi due anni al 7,3% e al 7,5%.
Quanto al dato deludente del cash flow, nel comunicato di ieri sera Volkswagen afferma che la forte crescita del capitale circolante che si è vista a fine 2022 si ridurrà notevolmente nel corso del 2023. Covid, guerra in Ucraina, mancanza di componenti e in particolare di chip, hanno segnato il 2022 come l’anno con il numero di auto Volkswagen consegnate più basso nell’ultimo decennio. Lo scorso ottobre il Chief financial officer Arno Antlitz aveva detto che il gruppo contava 150.000 veicoli non venduti perché non completati per mancanza di componenti.
Continuano le strozzature nelle forniture
D’altronde il problema non è solo di Volkswagen. Le strozzature nella catena delle fornitura continuano a pesare sull’industria automobilistica mondiale. Due mesi fa Stellantis (BIT:STLA) aveva denunciato la difficoltà trovare navi, treni e camion per fare arrivare le macchine prodotte ai concessionari.
La scorsa settimana Ford ha attribuito il calo degli utili trimestrali a problemi legati alla catena di fornitura, tra cui la continua mancanza di chip che ha portato a volumi inferiori al previsto, prevedendo un utile ante imposte inferiore per il 2023. Anche Volkswagen ha avvertito a gennaio che le prospettive per il 2023 restano offuscate dalla debolezza delle economie e dalla carenza della catena di fornitura.
L’automotive in Borsa dall’inizio del 2023
Stamattina alla Borsa di Francoforte l’azione Volkswagen scivola in calo dello 0,5% a 130,6 euro. Dall’inizio dell’anno il titolo è salito del 9%, una delle performance meno brillanti all’interno dell’industria automobilistica.
Secondo Bloomberg, il mancato raggiungimento del target di cash flow è uno smacco per il Ceo di Volkswagen Oliver Blume, che lo scorso settembre ha preso il posto del dimissionato Herbert Diess. Ma il Cfo Antlitz sottolinea che VW attualmente ha un portafoglio ordini a livello record in Europa, che sosterrà un forte andamento delle vendite nel primo semestre.
Certo è che guardando ai multipli di Borsa Volkswagen risulta uno dei titoli automotive più a buon mercato. Il titolo vale soltanto 4,4 volte gli utili previsti per il 2023. Un P/E più basso lo ha solo Stellantis con 3,6 volte. Le americane GM e Ford viaggiano rispettivamente a 7,1 volte e 8,3 volte e Renault (EPA:RENA) ha un P/E di 4,6 volte.
Dei 21 analisti che coprono Volkswagen, 12 raccomandano di comprare le azioni e sei hanno un giudizio neutrale.La media dei target price è 174 euro (upside del 33%).