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Cosa ci dice il selloff del cambio EUR/JPY a proposito degli altri mercati

Pubblicato 11.08.2020, 10:05
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 10 agosto 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Questa nuova settimana di scambi è cominciata con ulteriori guadagni per i titoli azionari, ma il rally delle borse non è riuscito a tradursi in forza per le valute. L’indice Dow Jones Industrial Average è salito per il settimo giorno di fila, ma la maggior parte dei cambi dello yen, compresa la coppia USD/JPY, non è riuscita a spingersi più su. Di fatto, il cambio USD/JPY, scambiato a 106,20 all’inizio della seduta di New York, ha respinto 106,00 entro fine giornata.

Il selloff del cambio EUR/JPY, in particolare, lancia dei segnali interessanti a proposito del mercato in generale. Innanzitutto, ci dice che i trader delle valute non sono tanto ottimisti quanto gli investitori dei titoli azionari. L’incapacità del cambio USD/JPY di salire nonostante l’ottimo report sull’occupazione di venerdì e gli ordini esecutivi firmati nel weekend dal Presidente USA Donald Trump è un segnale del fatto che i trader del forex sono ancora dell’idea che la ripresa statunitense stia perdendo slancio. Secondo loro, le ultime misure adottate da Trump, tra cui il trasferimento dei fondi del FEMA per pagare i bonus disoccupazione extra e rinviare (non sospendere) le imposte sui compensi dal 1° settembre, non sono un grande aiuto per l’economia statunitense. Suggerisce inoltre che i trader del forex pensano che il resto del mondo non sarà risparmiato dai problemi degli USA. La capacità dell’Europa di contenere il virus ha aperto la strada ad una ripresa potenzialmente sostenibile ma, visto il significativo apprezzamento di luglio, gli investitori avevano già messo in conto la maggior parte di questi miglioramenti. Ora sono preoccupati per le ripercussioni dei problemi negli USA e per i problemi che il paese sta causando al resto del mondo.

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Tra il divieto di Trump su TikTok e la visita del Segretario alla Sanità USA a Taiwan, le tensioni USA-Cina hanno raggiunto nuovi massimi nelle ultime settimane. Alla fine della scorsa settimana, gli USA hanno inoltre sanzionato 11 alti funzionari di Hong Kong e, nel fine settimana, la Cina ha replicato sanzionando 11 funzionari USA, tra cui due Senatori, ed ha inviato i suoi caccia oltre la linea mediana dello Stretto di Taiwan. Sebbene la maggior parte di queste azioni non siano altro che una prova di forza da parte delle due maggiori economie mondiali, un peggioramento dei rapporti USA-Cina non sarà un bene per nessuno, soprattutto durante questo periodo precario dell’economia globale in cui entrambi i paesi si trovano in prima linea nello sviluppo di un vaccino. La cosa peggiore che potrebbe succedere è che questo peggioramento dei rapporti spinga il paese che svilupperà il vaccino a non condividere la scoperta con l’altro.

Tuttavia, il persistente rialzo delle borse rispecchia anche la fiducia dei mercati nel fatto che l’economia USA sia vicina ad un punto di svolta e che lo sviluppo di un vaccino si avrà negli USA. I nuovi casi di virus sono in calo dai massimi di luglio, con un deciso miglioramento in Florida e Texas. Proprio oggi, la Florida ha riportato il numero minore di nuovi casi da giugno. Situazione ancora ben lontana da quella della Nuova Zelanda, che ha riportato 100 giorni di contagi pari a zero. Ma è un altro paese, con un altro governo. Se i casi di virus hanno raggiunto il picco il mese scorso, allora il rallentamento della ripresa statunitense potrebbe essere contenuto. Inoltre, sebbene la scadenza autoimposta di venerdì per un accordo su uno stimolo sia passata, dovrebbe essere solo questione di tempo prima che venga raggiunto un accordo, perché non trovarlo avrebbe conseguenze troppo gravi.

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Le notizie da Washington sono da tenere sotto controllo ma, allo stesso tempo, i dati sulle vendite al dettaglio USA, il sondaggio ZEW in Germania, i dati britannici ed australiani sul mercato del lavoro, il PIL del secondo trimestre nel Regno Unito e l’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand saranno al centro della scena per i trader del forex. Il secondo trimestre è stato difficile per molti paesi e il Regno Unito non dovrebbe fare eccezione. In base agli indici PMI, le condizioni del mercato del lavoro britannico a luglio si sono indebolite, mentre in Australia si è visto un miglioramento. L’economia tedesca continua a riprendersi, ma sarà interessante capire se il sentimento degli investitori sarà influenzato dai problemi all’estero. Le vendite al dettaglio USA a luglio dovrebbero essere aumentate e la RBNZ ha tutte le ragioni per essere meno pessimista.

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