Futuro nero per Wirecard Bank (DE:WDIG), considerato fino a poco tempo fa l’astro nascente della finanza digitale (Fintech), ha presentato istanza di fallimento dopo aver rivelato un ammanco di oltre 2 mld di $.
Prima dell’istanza, il titolo azionario è stato sospeso dopo aver perso oltre il 90% del valore azionario dal momento che il revisore EY ha prima temporeggiato e dopo si è rifiutato di approvare il bilancio 2019.
Per lo scandalo si è dimesso il fondatore e CEO Markus Braun.
Fondata nel 1999, Wirecard è diventata in poco tempo uno dei leader del settore dei pagamenti elettronici in competizione con PayPal (NASDAQ:PYPL) e Western Union (NYSE:WU).
Un futuro roseo apparente
La Wirecard Bank prima dello scandalo presentava ottime prospettive di crescita sotto molti punti di vista.
Dopo un’ottima performance negli ultimi 5 anni, con una crescita degli utili annui del 27,1% contro il 20,4% del settore, per i prossimi 3 anni presentava una crescita ancor maggiore; un fatturato annuo del 21% contro il 10% e utili netti al 24,2% contro un 14,9% del settore.
Anche per quanto riguarda la previsione di crescita dell’EPS si evidenza un aumento previsto annuo oltre il 40% e un ROE quasi doppio rispetto al settore Fintech: 24,3% vs 14,4%.
Infine, anche dal punto di vista finanziario la società era “apparentemente” in ottima salute, con asset di breve termine che coprivano i debiti finanziari di breve e di lungo termine.
Solo un piccolo appunto, gli ultimi 5 anni svi è stato un aumento del Debt to Equity, passato dal 9,5% al 77,1%, ma il flusso di cassa operativo copriva ampiamente il debito contratto.
Conclusioni
Come si è precedentemente evidenziato, apparentemente la società aveva tutte le carte in regola per essere un degno avversario di colossi come PayPal, ma era solo un castello di carte.
Dopo aver raggiunto nel 2019 oltre 17 mld di € di capitalizzazione, diverse testate giornalistiche (Financial Times fra tutti) hanno iniziato ad indagare sui conti, svelando un bilancio gonfiato per essere maggiormente appetibile nei confronti degli investitori.
Ma adesso dovranno pagare un conto salatissimo, ora che le banche investitrici (cinesi ed europee, con menzione d’onore del gigante Soft Bank) probabilmente chiederanno il rimborso immediato dei prestiti e questo segnerà la fine dell’ex astro nascente Wirecard Bank.