Il metallo ha toccato il minimo a quota 1675 dollari, un rimbalzo importante ma non eccezionale, i prezzi hanno raggiunto i massimi relativi a quota 2312 per tonnellata. La perdita di inizio anno è quasi annullata. Le scorte di zinco in magazzino restano elevate e lo scenario non è dei migliori a prescindere la pandemia. In giro vi è molto metallo invenduto e allora perché sale?
Al solito comandano le aspettative, ma che in realtà le stesse, si stanno prolungando non in meglio. A livello internazionale diversi porti sono bloccati, e gli stoccaggi sono fermi. Le operazioni di copertura di tipo tecnico continuano ad avere la priorità per brevi operazioni speculative. L’industria fondamentalmente guarda l’oscillazione senza intervenire in concreto per via della crisi.
L'International Lead and Zinc Study Group (ILZSG) stima che il mercato globale dello zinco raffinato abbia registrato un surplus di offerta di 241.000 tonnellate nel solo gennaio-maggio, ma questi dati a nostro avviso contano poco.
Il surplus è pesante e fondi di investimento fanno esclusivamente operazioni di breve termine, portando i future a 3 mesi e a 6 mesi al rialzo con relative scommesse. I volumi bassi a Dalian e a Londra dimostrano che il trend potrebbe invertirsi velocemente al ribasso ritestando la soglia dei 2000 dollari per tonnellata.
In Cina lo scenario riporta modalità operative differenti per via del sostegno concreto del Governo per il settore delle infrastrutture. Diversi settori sono in rimbalzo tecnico, il loro scopo ora è consolidare e sostenere la crescita che sicuramente non mancherà anche se il manifatturiero è lontano dal recupero reale a livello di indicatore.