L'indice azionario italiano continua su livelli incoraggianti, nonostante la difficile situazione economica che affligge il bel paese.
È della scorsa settimana la notizia di un declassamento, da parte della non molto nota agenzia di rating canadese Dbrs, circa il nostro giudizio di solvibilità, portandolo da A a BBB.
Diverse sono le ragioni che hanno spinto a tale decisione, senza dubbio la complicata realtà economica flagellata da un mal ridotto sistema bancario, che accusa enormi deterioramenti creditizi e dalla difficile ed incerta situazione politica, soprattutto dopo la vittoria del no al referendum costituzionale del 4 dicembre con conseguenti dimissioni di Matteo Renzi da Capo del Governo.
Al momento il Ftse Mib si trova intorno ai 19500 punti e si accinge ad aggredire quota 20000, una soglia psicologica importante.
Situazione piuttosto tranquilla anche oltreoceano, dove gli indici continuano a macinare record su record, con l'S&P 500 che si trova sui massimi assoluti a quota 2260.
Come è noto, a conferma dello stato di tranquillità dei mercati, l'indice Vix quota un livello molto basso intorno agli 11,7 punti.
Ricordiamo che tale indice misura lo "stato d'animo" degli operatori del mercato, in particolare esso rispecchia le aspettative in un determinato momento da parte degli investitori, circa il mercato azionario americano S&P 500, tecnicamente esso viene definito come l'indice della volatilità implicita dell'S&P 500 a un mese.
Non può essere utilizzato direttamente per il trading, ma si possono effettuare operazioni attraverso il future Vx o tramite gli etf sulla volatilità creati ad hoc per speculare e soprattutto per coprirsi da rischi di crolli del mercato.
Può dunque il Vix fungere da strumento per prevedere eventuali correzioni o addirittura crolli improvvisi?
Senza dubbio non esiste, almeno finora, un sistema per prevedere l'andamento del mercato, quello che si può fare è cercare di interpretare al meglio le informazioni contenute in esso.
Uno dei possibili modi ad esempio è quello di rapportarlo con il Vxv, ovvero l'indice della volatilità implicita dell'S&P 500 a tre mesi.
Normalmente, per effetto del contango che caratterizza i futures e quindi anche quelli sul Vix, la quotazione del Vix risulta essere inferiore a quella del Vxv, tale circostanza però viene meno quando i mercati azionari cominciano a "ballare" soprattutto verso il basso, ovvero il nervosismo tra gli operatori aumenta e quindi cresce la volatilità, le quotazioni del Vix tendono ad avvicinarsi a quelle del Vxv e addirittura le superano.
Pertanto una situazione del genere dovrebbe innescare un campanello d'allarme tale da mettere in guardia sulla possibilità che possa accadere qualcosa di significativo.