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Crollano le azioni cinesi, la Grecia spera

Market Brief

L’azionario cinese è crollato in scia alle restrizioni sulle operazioni di marginazione presso le società d’intermediazione. Il Composite di Shanghai è arretrato del 3,78% e l’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto il 2,10%. A Shanghai, l’indice principale è cresciuto più del 50% dall’inizio dell’anno; nel primo trimestre, l’economia cinese è cresciuta solo del 7% a/a, livello minimo dal primo trimestre del 2009. Secondo noi, siamo chiaramente in presenza di una bolla del mercato azionario, alimentata dalla prospettiva di un altro allentamento monetario dalla PBoC volto ad ammortizzare il rallentamento, attuato utilizzando i conti di marginazione. La sfida maggiore consiste nel capire quando si arriverà al massimo e cavalcare l’onda il più a lungo possibile, prima di abbandonare la nave in vista di una correzione.

In Australia, l’S&P/ASX è arretrato dello 0,21% dopo che le spese di capitale privato sono scese del -4,4% t/t nel primo trimestre, a fronte del previsto -2,2%, subendo un’accelerazione rispetto al calo del -1,7% precedente (rivisto al rialzo dal -2,2%). C’è stata dunque un’accelerazione delle vendite sull’AUD/USD che ha trascinato l’AUD fino a un minimo pari a 0,7671. La coppia non è riuscita a superare il forte supporto che staziona intorno a 0,7704/0,7675 (rispettivamente minimo di luglio 2009 e agosto 2007). Rimaniamo ribassisti sull’AUD e prevediamo un ulteriore deprezzamento dell’AUD contro il biglietto verde, il prossimo obiettivo è 0,7553.

In Giappone, ad aprile le vendite al dettaglio sono balzate del 5% a/a rispetto al -9,7% del rilevamento precedente. Gli analisti di mercato, però, avevano stimato una lettura migliore, pari al 5,5% e questo è bastato per aiutare il dollaro a raggiungere il massimo da 12 anni contro lo yen giapponese a quota 124,25. Il dollaro sta tuttavia facendo fatica a trasformare in supporto la resistenza a 124,14 (massimo del 22 giugno 2007).

Ieri le borse europee hanno esultato per le “voci” sui presunti progressi sull’accordo fra la Grecia e i suoi creditori, che fanno scendere le probabilità di un default della Grecia in corrispondenza del prossimo rimborso all’FMI. Le azioni italiane sono balzate del 2,29%, l’Euro Stoxx 50 ha guadagnato l’1,76%, il Footsie l’1,21% e l’SMI l’1,33%. Stamattina i futures sui listini azionari europei sono in lieve calo, perché i partecipanti al mercato attendono le ultime novità sulla situazione. L’EUR/USD non è più in caduta libera e ha utilizzato il supporto a 1,0882 (61,8% di Fibonacci sul rally di aprile-maggio) per rimbalzare sopra 1,09. Al rialzo, la moneta unica troverà resistenza a 1,10 e avrà bisogno di buone notizie dalla Grecia per fermare, o almeno far rallentare, l’attuale flessione dell’EUR/USD.

Nel Regno Unito, oggi sarà pubblicata la seconda lettura per il PIL riferito al primo trimestre, che dovrebbe essere rivisto al rialzo, allo 0,4% t/t dallo 0,3% della prima lettura. La coppia GBP/USD annaspa prima della pubblicazione, lievemente sopra il supporto a 1,5338 (38,2% di Fibonacci sul rally da aprile 2013 a maggio 2014). La prossima resistenza staziona intorno a 1,55 (soglia psicologica e massimo 29 aprile) mentre, al ribasso, la coppia dovrebbe trovare supporto a 1,52. L’EUR/GBP ha smesso di scendere perché ha reagito positivamente alle notizie incoraggianti sulla situazione greca. L’euro viene attualmente scambiato sopra 1,52 euro per 1 sterlina.

Oggi gli operatori monitoreranno i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese in Italia e nell’Eurozona; il PIL del primo trimestre nel Regno Unito; l’indice IGPM sull’inflazione elaborato da FGV in Brasile; le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, l’indice di Bloomberg sul comfort dei consumatori e il dato sulle vendite di case in corso negli USA

Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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