di Gianluca Semeraro
TRIESTE (Reuters) - I soci italiani superano i fondi esteri nell'assemblea di Generali (MI:GASI) e rafforzano la presa sulla compagnia triestina, anche in vista della futura discesa del primo azionista Mediobanca (MI:MDBI).
Nel frattempo il Ceo Philippe Donnet esclude che qualcuno possa avere mire espansionistiche nei confronti di Trieste, da sempre indicata come preda appetibile da parte di colossi stranieri, ancora più dopo il tentativo, andato a vuoto, compiuto da Intesa Sanpaolo (MI:ISP) all'inizio dello scorso anno.
Allo stesso tempo Generali resta attenta a opportunità di shopping, pur preparandosi a un nuovo piano strategico, che sarà presentato il prossimo 21 novembre che non sarà basato su crescita esterna.
In assemblea i soci italiani erano presenti con il 24,8%, contro il 22,91% dei fondi esteri, la cui presenza è in calo dal 24,17% di un anno prima.
Dopo Mediobanca, leggermente diluita al 12,95%, figurano Francesco Gaetano Caltagirone con il 4% ed Edizione, famiglia Benetton, con il 3,04%, entrambi freschi di incremento della quota, Leonardo Del Vecchio con il 3,15% e DeAgostini con l'1,7%.
Al di là dell'interesse dichiarato da tutti a diversificare il portafoglio con un investimento in una società solida come Generali, l'idea di un piano di rafforzamento della presa "italiana" sulla compagnia è più di una suggestione.
L'assemblea odierna è filata liscia, pur durando cinque ore, in assenza di temi rilevanti. Tuttavia i nuovi equilibri azionari potrebbero pesare in vista del rinnovo del consiglio con l'assemblea di bilancio del prossimo anno, anche alla luce dell'intenzione dichiarata da Mediobanca di cedere un 3% entro giugno 2019.
A margine dell'assemblea, Caltagirone, che è anche vicepresidente della compagnia, non ha peraltro escluso ulteriori incrementi che dipenderanno però dal mercato e dalle opportunità. E anche Del Vecchio ha legato eventuali variazioni della sua quota alle condizioni del mercato. È destinata a restare stabile, invece, la quota DeAgostini all'1,7%.
Caltagirone ha lanciato un messaggio forte a favore dell'italianità della compagnia. "Ci tengo molto", ha detto. Messaggio diverso quello di Del Vecchio che a margine dell'assemblea di Luxottica (MI:LUX) ha detto che operazioni simili a quella lanciata da Intesa sono benvenute perché fanno salire il titolo, "anche dall'estero".
Per ora Donnet ha sgombrato il campo da voci su possibili appetiti per Generali. "Non mi risulta", ha risposto a questo proposito e poi ha preannunciato un nuovo piano di "profonda trasformazione" per il gruppo con una strategia diversa da quella attuale.
"Un piano per definizione non può essere basato su acquisizioni. Su questo la nostra politica non cambia, noi avremo un piano finanziario e industriale. Ovviamente, come sempre, staremo attenti alle opportunità, se ci sono o se ci saranno", ha spiegato.
Il Ceo ha rivendicato inoltre un miglior andamento borsistico di Generali rispetto ai principali competitor da novembre 2016, quando è stato annunciato il piano strategico attualmente in vigore. A oggi l'incremento è del 41% circa contro una media del 18%.
Il vero colpo di scena dell'assemblea odierna è stata la manifestazione di una decina di attivisti di Greenpeace davanti alla sede della riunione a Trieste contro gli investimenti nelle società attive nel carbone.
In una nota diffusa oggi Generali ricorda che il Cda dello scorso 21 febbraio ha approvato la strategia sui cambiamenti climatici che prevede investimenti green, in infrastrutture e green bond, per 3,5 miliardi di euro entro il 2020 e lo stop a nuovi investimenti in società legate al settore carbonifero. Inoltre con riferimento all'attuale esposizione al settore del carbone pari a circa 2 miliardi il gruppo dismetterà gli investimenti azionari e disinvestirà quelli obbligazionari, portandoli a scadenza o valutando la possibilità di dismetterli anche prima. Il presidente Gabriele Galateri ha poi preannunciato che in 6-12 mesi la compagnia liquiderà gli investimenti azionari nelle società che operano nel settore carbonifero.