Investing.com - Il prezzo dell’oro segna un lieve ribasso questo mercoledì, mentre gli investitori attendono l’esito del vertice di politica monetaria della Federal Reserve.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a giugno scendono di 6,30 dollari, o dello 0,52%, a 1.207,60 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea. I futures restano in un range stretto tra 1.207,30 e 1.211,90 dollari.
Ieri, l’oro ha toccato 1.214,60 dollari, il massimo dal 7 aprile, per poi attestarsi a 1.213,90, in salita di 10,70 dollari o dello 0,89%.
Supporto a 1.174,10 dollari, il minimo dal 24 aprile e resistenza a 1.224,50 dollari, il massimo dal 6 aprile.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a luglio scendono di 9,7 centesimi, o dello 0,58% a 16,53 dollari l’oncia troy. Ieri l’argento ha toccato quota 16,70, un livello che non si registrava dall’8 aprile, per poi attestarsi a 16,63, in salita di 19,1 centesimi o dell’1,16%.
Quest’oggi gli investitori attendono i dati preliminari sulla crescita del PIL del primo trimestre negli USA, insieme ad un report sulle vendite di case in corso, dati che potrebbero fornire indicazioni utili sull’andamento della ripresa; è atteso inoltre l’annuncio di politica monetaria della Federal Reserve.
I recenti dati USA deludenti hanno minato l’ottimismo sulla ripresa USA, spingendo gli investitori a rinviare le aspettative sulla tempistica di un aumento dei tassi verso la fine del 2015, anziché per metà anno.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in calo dello 0,15% a 96,03 questo mercoledì, il minimo dal 18 marzo.
Il dollaro si è indebolito martedì dopo i dati che hanno mostrato che la fiducia dei consumatori è peggiorata lo scorso mese, dati che hanno alimentato la speculazione che i tassi della Fed resteranno invariati agli attuali minimi storici.
I dati del Conference Board hanno mostrato un calo dell’indice della fiducia dei consumatori statunitensi a 95,2 questo mese, da una lettura di 101,4 di marzo. Gli analisti avevano previsto un aumento dell’indice a 102,5 ad aprile. Le previsioni del tasso di inflazione sono al minimo dal febbraio 2007.
Il rame con consegna a luglio è in calo di 1,2 centesimi, o dello 0,42%, a 2,775 dollari la libbra. Ieri il rame ha toccato 2,794 dollari la libbra, il massimo dal 20 aprile, per poi attestarsi a 2,786 dollari, in salita di 0,9 centesimi o dello 0,34%.
I futures del rame restano supportati dalle speculazioni che i legislatori cinesi debbano introdurre ulteriori misure di stimolo per incoraggiare l’economia tra i segnali di una crescita rallentata.
Da novembre, la Banca Popolare Cinese ha introdotto una serie di misure di stimolo, tra cui due tagli dei tassi di interesse e l’abbassamento del coefficiente di riserva obbligatorio delle banche principali, per tentare di dare slancio all’attività economica e sostenere la crescita.
La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, e rappresenta circa il 40% del consumo mondiale.