Investing.com - Il prezzo del greggio West Texas Intermediate balza al massimo di cinque mesi negli scambi della mattinata europea di questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della seduta mostrino che le scorte di greggio USA sono aumentate ad un tasso minore del previsto la scorsa settimana.
La U.S. Energy Information Administration pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio oggi alle 14:30 GMT, o alle 10:30 ET, e si prevede un aumento di 2,4 milioni di barili.
Le scorte di benzina dovrebbero essere scese di 0,4 milioni di barili, mentre le scorte di prodotti raffinati, che comprendono il combustibile per il riscaldamento ed il gasolio dovrebbero essere diminuite di 0,3 milioni di barili secondo gli analisti.
Ieri, alla chiusura dei mercati l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono scese di 1,1 milioni di barili nella settimana conclusasi il 22 aprile, contro le aspettative di un aumento di 0,8 milioni di barili.
Le scorte a Cushing, Oklahoma, il principale hub di consegna del WTI, sono salite di 1,9 barili, secondo l’API, mentre le scorte di prodotti raffinati sono scese di 1,0 milioni di barili. Le scorte di benzina si sono ridotte di 0,4 milioni di barili.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno sale al massimo della seduta di 44,67 dollari, il massimo dal 9 novembre. Il prezzo si è poi attestato a 44,80 dollari al barile alle 08:05 GMT, o alle 4:05 ET, con un balzo di 76 centesimi, o dell’1,73%.
Ieri, il prezzo del greggio Nymex è schizzato di 1,40 dollari, o del 3,28%. Dopo essere crollati al minimo di 13 anni di 26,05 dollari l’11 febbraio, il prezzo del greggio scambiato sulla borsa di New York ha poi subito un’impennata di circa il 40% grazie alla riduzione della produzione di petrolio di scisto che ha incoraggiato il sentimento.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a giugno subisce un’impennata di 86 centesimi, o dell’1,89%, a 46,44 dollari al barile, dopo essere schizzato a 46,52 dollari, un livello che non si registrava dal 25 novembre. Ieri, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra hanno registrato un rimbalzo di 1,26 dollari, o del 2,84%.
I futures del Brent hanno subito un’impennata di circa il 35% dopo essere crollati sotto i 30 dollari al barile l’11 febbraio.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 1,64 dollari, rispetto agli 1,54 dollari segnati alla chiusura di ieri.