(Reuters) - I prezzi del petrolio scivolano sui persistenti timori per la domanda cinese e sui rischi elevati di un rallentamento più ampio, sebbene il calo sia limitato dalle potenziali perdite di offerta proveniente dal Medio Oriente e dalla Libia.
Intorno alle 11,40, i futures sul Brent sono in calo di 82 centesimi, o dell'1,0%, a 78,73 dollari al barile. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate scendono di 82 centesimi, o dell'1,1%, a 74,71 dollari.
"I rischi di approvvigionamento in Libia sono tornati in primo piano, ma gli operatori di mercato sembrano ottimisti... La domanda in Cina rimane debole e l'atteso rimbalzo del secondo semestre non ha ancora mostrato segni credibili di un inizio", ha detto in una nota Amarpreet Singh, analista di Barclays (LON:BARC).
Mentre la scorsa settimana i prezzi sono stati sostenuti dal calo delle scorte di petrolio e carburante negli Stati Uniti, la potenziale perdita di produzione di petrolio libico e la possibile espansione del conflitto tra Israele e Gaza, con un inserimento dei militanti di Hezbollah sostenuti dall'Iran in Libano, restano i maggiori rischi per i mercati petroliferi.
Diversi giacimenti petroliferi in Libia hanno sospeso la produzione a causa di una disputa tra fazioni governative rivali per il controllo della banca centrale e delle entrate petrolifere. La situazione mette a rischio circa 1,2 milioni di barili al giorno (bpd) di produzione.
Il governo di Tripoli e la National Oil Corp (Noc), che gestisce le risorse petrolifere, non hanno ancora confermato alcuna chiusura.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)