Di Peter Nurse
Investing.com - Il prezzo del petrolio si indebolisce questo giovedì, in un’ondata di prese di profitto, scendendo dai massimi di sette anni dopo che l’OPEC+ ha deciso di effettuare un altro modesto incremento delle scorte globali.
Alle 9:25 ET (14:25 GMT), i future del greggio USA scendono dello 0,7% ad 87,64 dollari al barile, mentre il contratto del Brent va giù dello 0,6% ad 88,91 dollari.
I future della benzina USA RBOB segnano -1% a 2,5815 dollari al gallone.
Ieri l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed i suoi alleati con a capo la Russia, gruppo noto come OPEC+, hanno deciso di aumentare la produzione di 400.000 barili al giorno a marzo, attenendosi alla loro politica di ripristinare con cautela la produzione che era stata persa all’apice della pandemia.
Il report Commitment of Traders del CFTC di venerdì ha rivelato che i trader del petrolio hanno ridotto le posizioni nette long la scorsa settimana, rispetto ai massimi di dieci settimane della settimana precedente. Sebbene il mercato resti decisamente long, e i prezzi appena al di sotto dei livelli record, una riduzione delle posizioni long era probabile in scia alla conclusione della riunione dell’OPEC+.
Detto questo, recenti dati mostrano che numerosi membri del gruppo sono in difficoltà nel rispettare le loro quote degli aumenti complessivi annunciati.
“Risulta evidente da molti mesi, ormai, gennaio compreso”, scrivono in una nota gli analisti di ING. “I dati preliminari mostrano che l’OPEC ha estratto 28,14 MMbbls/d a gennaio, secondo un sondaggio di Bloomberg. Si tratta di un incremento di appena 50Mbbls/d su base mensile, ben lontano dall’aumento di poco più di 240Mbbls/d che avrebbe ormai dovuto implementare”.
La situazione delle scorte globali, insieme alle tensioni geopolitiche nell’Europa dell’Est e in Medio Oriente, hanno spinto i prezzi del petrolio ai massimi di sette anni finora quest’anno.
Il calo di oggi è stato limitato dalle previsioni di un clima freddo negli Stati Uniti centrali e in alcune zone del Nordest questa settimana, mentre le scorte petrolifere statunitensi sono scese di un milione di barili la scorsa settimana, secondo la U.S. Energy Information Administration, segnale di una forte domanda nazionale.
Tra le notizie sulle società, il colosso petrolifero Shell (LON:RDSa) ancora una volta ha aumentato il dividendo ed i riacquisti di azioni dopo i forti profitti del quarto trimestre, grazie ai prezzi più alti di greggio e gas.