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Greggio in calo, i timori sulla Grecia smorzano il rischio

Pubblicato 06.02.2012, 10:22
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Investing.com – I futures del petrolio greggio sono scesi stamane, gli investitori si sono staccati dagli acquisti più rischiosi in vista della scadenza della Grecia nella decisione se accettare o meno le condizioni dei creditori internazionali, per assicurarsi un secondo pacchetto di aiuti.

Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 96,67 dollari al barile, in calo dell’1,17%.

La materia prima ha toccato il massimo della sessione di 97,77 dollari al barile, ed un minimo di 96.63.

I leader greci devono decidere se accettare o meno le condizioni della BCE e del FMI per assicurarsi un pacchetto di aiuti di 130 miliardi di euro.

Durante il fine settimana primo ministro greco Lucas Papademos ha dichiarato che i membri della coalizione avevano concordato alcune condizioni, ma altre ancora devono essere affrontate.

Venerdì scorso, i dati ufficiali hanno mostrato che l'economia statunitense ha segnato 243.000 nuovi posti di lavoro il mese scorso, il più rapido aumento in nove mesi, portando il tasso di disoccupazione al minimo di tre anni dell’8,3%.

La notizia ha fatto sollevare i prezzi del petrolio, nella speranza che un’economia più solida abbia bisogno di più petrolio e derivati per spingere la crescita.

Ieri invece il prezzo ha toccato i 97,10 dollari al barile, il minimo dal 21 dicembre, dopo il rilascio dei dati USA che hanno mostrato un aumento delle scorte USA di greggio per la scorsa settimana pari a 4,2 milioni di barili.

I prezzi sono stati spinti dalle tensioni in corso in Medio Oriente, mentre l’Iran continua a minacciare un’azione militare per difendere il proprio programma nucleare.

Ieri, il vice comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniane ha dichiarato che Teheran colpirà qualsiasi paese dal quale partiranno degli attacchi contro il suo territorio.

Intanto i mercati sono vigili sugli sviluppi in Nigeria, dopo che un gruppo militante armato ha attaccato, nel corso del week end, un oleodotto controllato dall’italiana Eni SpA; la compagni ha dichiarato che sono stati persi circa 4.000 barili al giorno.

Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 113,88 dollari al barile, in calo dello 0,59%, 14,54 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.

Il differenziale tra i contratti Brent e il greggio di sta muovendo verso l’estremità più alta del range tra il record storico di 20,00 dollari al barile, ed il record minimo di 1 dollaro al barile.

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