(Reuters) - I prezzi del petrolio sono in aumento, sostenuti dalla forte attività industriale in Cina, il secondo consumatore mondiale di petrolio, e dall'escalation delle tensioni in Medio Oriente, dove Israele ha ripreso ad attaccare il Libano nonostante un accordo di cessate il fuoco.
Intorno alle 11,50, i futures sul Brent salgono di 64 centesimi, o dello 0,89%, a 72,48 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense è a 68,59 dollari al barile, in rialzo di 58 centesimi o dello 0,85%.
"I dati economici cinesi, migliori del previsto, stanno sostenendo i prezzi del greggio, che finora avevano risentito dei timori sulla domanda cinese", ha detto Giovanni Staunovo, analista di Ubs.
Le misure di stimolo stanno iniziando finalmente ad avere un impatto sull'attività economica e questo dovrebbe aiutare la domanda di petrolio cinese nei prossimi mesi, ha aggiunto.
Il Pmi Caixin/S&P Global ha mostrato che a novembre l'attività manifatturiera cinese si è espansa al ritmo più veloce degli ultimi cinque mesi, accrescendo l'ottimismo delle imprese cinesi proprio mentre il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump intensifica le sue minacce commerciali.
Tuttavia, gli operatori stanno monitorando gli sviluppi in Siria per valutare se potrebbero aumentare la tensione in Medio Oriente, ha detto Yeap Jun Rong, market strategist di IG.
Mercoledì è entrata in vigore una tregua tra Israele e Libano, ma ognuna delle due parti ha accusato l'altra di aver violato il cessate il fuoco.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)