Greggio in ripresa, riflettori sui dati sulle scorte USA

Pubblicato 26.02.2019, 14:42
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Investing.com - I prezzi del greggio recuperano le perdite del giorno prima questo martedì, gli operatori dei mercati hanno una visione più rialzista della capacità dell’OPEC di sopportare le pressioni del Presidente USA Donald Trump.

Il greggio è crollato ieri quando Trump ha avvertito l’OPEC di non tagliare le scorte sul mercato globale, affermando che l’economia mondiale è troppo “fragile” per sopportare prezzi più alti.

“Trump non è mai stato riluttante nell’esprimere le sue opinioni sul prezzo del greggio, ma questo particolare tweet arriva in un momento in cui il mercato è eccessivamente esteso al rialzo, dopo la forte impennata dalla fine dello scorso anno”, scrive Craig Erlam, analista senior dei mercati di Oanda.

Dopo un tonfo del 3%, i prezzi hanno visto una ripresa, grazie ad una serie di commenti rialzisti da parte di dirigenti del settore in occasione della International Petroleum Week Conference a Londra.

I trader attendono ora il report settimanale dell’American Petroleum Institute previsto alle 16:30 ET (21:30 GMT).

Il report settimanale della U.S. Energy Information Administration sarà invece pubblicato domani.

Il greggio West Texas Intermediate con consegna ad aprile sul New York Mercantile Exchange sale di 17 centesimi, o dell’0,3%, a 55,65 dollari al barile alle 8:40 ET (13:40 GMT). Nella notte, il prezzo è sceso al minimo di una settimana di 55,02 dollari.

Intanto, il greggio Brent con consegna a maggio sull’ICE (NYSE:ICE)’Futures Exchange di Londra va su di 38 centesimi, o dello 0,6%, a 65,28 dollari al barile.

I prezzi del greggio sono schizzati di quasi il 22% a inizio anno, incoraggiati dagli sforzi dei produttori globali di tagliare la produzione.

A dicembre, l’OPEC e un gruppo di 10 produttori non facenti parte del cartello e con a capo la Russia hanno deciso di tagliare la produzione per un totale di 1,2 milioni di barili al giorno nei primi sei mesi del 2019.

Il principale esportatore e leader di fatto dell’OPEC, l’Arabia Saudita, ha di recente promesso di ridurre la sua produzione molto di più rispetto alla sua quota prevista dall’accordo.

Oltre a questo, Venezuela ed Iran stanno incontrando delle difficoltà a produrre ai livelli previsti dall’accordo, per via delle sanzioni USA, mentre la guerra civile continua a pesare sulla produzione libica.

I future della benzina salgono dello 0,8% a 1,717 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento’ va su dello 0,8% a 1,991 dollari al gallone.

I future del gas naturale segnano +0,9% a 2,841 dollari per milione di BTU.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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