Investing.com – I futures sul petrolio greggio sono saliti subito dopo la decisione dell’UE di bandire le importazioni di petrolio dall’Iran e di imporre numerosa altre sanzioni economiche nel tentativo di colpire il programma di sviluppo nucleare di Tehran.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 99,28 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dello 0,94%.
Il prezzo precedentemente era salito dello 0,9% al massimo giornaliero di 97,47 dollari al barile.
Il meeting dei Ministri degli Esteri UE ha deciso l’immediato divieto di importare petrolio dall’Iran, nonché la conclusione dei contratti da qui al 1° luglio per l’acquisto ed il trasporto del greggio e degli altri prodotti petroliferi iraniani.
L’UE attualmente acquista circa il 20% delle esportazioni di petrolio dall’Iran, con Grecia, Spagna e Italia tra i maggiori acquirenti.
È stata presa la decisione di congelare i beni della banca centrale iraniana nell’UE e di badire lo scambi di oro ed altri metalli preziosi con gli enti iraniani.
Gli USA e l’U.E. si augurano che le aspre sanzioni economiche porranno un freno alla sperimentazione nucleare del paese, bloccando i proventi del mercato petrolifero che finanziano effettivamente la ricerca.
I ministri delle finanze UE si incontreranno più tardi per discutere sulla ristrutturazione del debito greco e del patto fiscale sul quale si è trovato un accordo a dicembre.
L’accordo sulla ristrutturazione del debito greco è una precondizione affinché Atene possa ricevere la sua nuova tranche di fondi di salvataggio di 14,4 miliardi di euro prima della scadenza del 20 marzo.
Domenica scorsa, i creditori della Grecia hanno dichiarato di aver raggiunto la propria offerta massima per lo swop volontario del debito, aggiungendo che toccava all’UE ed al Fondo Monetario Internazionale verificare l’accettabilità dell’accordo.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono saliti dello 0,86% a 110,81 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e il greggio a 11,53 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 99,28 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dello 0,94%.
Il prezzo precedentemente era salito dello 0,9% al massimo giornaliero di 97,47 dollari al barile.
Il meeting dei Ministri degli Esteri UE ha deciso l’immediato divieto di importare petrolio dall’Iran, nonché la conclusione dei contratti da qui al 1° luglio per l’acquisto ed il trasporto del greggio e degli altri prodotti petroliferi iraniani.
L’UE attualmente acquista circa il 20% delle esportazioni di petrolio dall’Iran, con Grecia, Spagna e Italia tra i maggiori acquirenti.
È stata presa la decisione di congelare i beni della banca centrale iraniana nell’UE e di badire lo scambi di oro ed altri metalli preziosi con gli enti iraniani.
Gli USA e l’U.E. si augurano che le aspre sanzioni economiche porranno un freno alla sperimentazione nucleare del paese, bloccando i proventi del mercato petrolifero che finanziano effettivamente la ricerca.
I ministri delle finanze UE si incontreranno più tardi per discutere sulla ristrutturazione del debito greco e del patto fiscale sul quale si è trovato un accordo a dicembre.
L’accordo sulla ristrutturazione del debito greco è una precondizione affinché Atene possa ricevere la sua nuova tranche di fondi di salvataggio di 14,4 miliardi di euro prima della scadenza del 20 marzo.
Domenica scorsa, i creditori della Grecia hanno dichiarato di aver raggiunto la propria offerta massima per lo swop volontario del debito, aggiungendo che toccava all’UE ed al Fondo Monetario Internazionale verificare l’accettabilità dell’accordo.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono saliti dello 0,86% a 110,81 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e il greggio a 11,53 dollari al barile.