LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio scendono intorno ai 60 dollari il barile in un clima in cui i timori di rallentamento dell'economia globale e la domanda di petrolio superano i segnali di progressi nella controversia commerciale sino-statunitense.
Sia l'Opec sia l'Iea hanno pubblicato dati questa settimana rapporti che indicano un surplus delle scorte dell'anno prossimo, nonostante l'accordo dei paesi Opec per tagliare l'offerta che avrà validità fino a marzo.
"I prezzi del petrolio sono scesi negli ultimi giorni nonostante il rally dei mercati azionari e i dati sulle scorte hanno riportato forti cali", ha affermato Craig Erlam di Oanda.
"L'Iea e altri (enti) continuano a tagliare le previsioni sulla domanda mentre crescono i timori per la crescita economica globale".
Intorno alle 11,10, i futures sul Brent sono in ribasso di 55 centesimi, cioè dello 0,91%, a 59,83 dollari il barile. Il greggio Usa è in ribasso di 51 centesimi, o dello 0,94% , a 54,57 dollari.
A sostenere i prezzi sono le speranze di progresso nella controversia Cina-Usa: le due potenze commerciali si stanno preparando a un nuovo round di colloqui volti a porre fine alla lunga disputa, incoraggiando gli investitori con mosse che fanno sperare in una riconciliazione.
"Un'ondata di ottimismo sta investendo tutti i mercati finanziari" osserva Lukman Otunuga, analista per il broker Fxtm.
Un comitato di osservatori dell'Opec+ si è riunito questa settimana e ha assicurato l'impegno da parte di Nigeria e Iraq, paesi membri Opec, ad attenersi all'accordo e implementare i tagli, cosa che finora non sono riusciti a fare. Il comitato non ha però fatto alcun progresso sul possibile ampliamento del taglio della fornitura di greggio.
Alcuni delegati dell'Opec affermano che l'idea di un taglio più ampio per il prossimo anno sta guadagnando un certo sostegno. Ma il nuovo ministro dell'Energia saudita ha affermato che i colloqui su tale questione rimarranno in sospeso fino alla prossima riunione dell'Opec+ a dicembre.