LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio si sono stabilizzati dopo il rally di ieri in scia alla domanda di carburante in Usa più forte del previsto e alle indiscrezioni secondo cui il gruppo di produttori Opec+ potrebbe ritardare il previsto aumento della produzione.
Gli operatori attendono ora l'esito delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre e se un cessate il fuoco in Medio Oriente potrà essere raggiunto.
Intorno alle ore 12,00 italiane, i benchmark Brent e U.S. West Texas Intermediate (WTI) registrano guadagni marginali, con il Brent in rialzo di 10 centesimi a 72,65 dollari il barile, mentre il greggio WTI guadagna 21 centesimi a 68,82 dollari il barile.
Entrambi i contratti sono saliti di oltre il 2% ieri.
Le scorte di benzina statunitensi sono scese più del previsto ai minimi di due anni nella settimana conclusasi il 25 ottobre, in base ai dati Eia, mentre le scorte di greggio hanno registrato un calo a sorpresa a causa della diminuzione delle importazioni.
Un ulteriore sostegno è arrivato da un potenziale ritardo di un mese o più rispetto agli aumenti di produzione di petrolio previsti dall'Opec+ a partire da dicembre, a causa della preoccupazione per la debolezza della domanda di petrolio e l'aumento dell'offerta.
In base a quanto riferito da Reuters, la decisione potrebbe arrivare già la prossima settimana. L'Opec+ si riunirà l'1 dicembre per decidere le prossime misure.
L'attività manifatturiera in Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, si è espansa a ottobre per la prima volta in sei mesi, suggerendo che le misure di stimolo stanno avendo effetto.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)