LONDRA (Reuters) - Il Brent oscilla poco sopra gli 80 dollari al barile, alimentato dai dati sull'inflazione statunitense che lasciano presagire che il ciclo di rialzi dei tassi d'interesse nella prima economia del mondo sia finalmente destinato a rallentare.
I dati pubblicati ieri hanno mostrato che i prezzi al consumo statunitensi sono aumentati in misura modesta a giugno, registrando il minore incremento annuale in più di due anni.
Intorno alle 10,55 i futures sul Brent sono in rialzo di 29 centesimi a 80,40 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate statunitense salgono di 20 centesimi a 75,95 dollari.
Nel frattempo, un rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) ha previsto che la domanda di petrolio raggiungerà un livello record quest'anno, ma che il contesto economico difficile e i rialzi dei tassi d'interesse faranno sì che l'aumento sia leggermente inferiore a quello previsto.
In Cina, ad esempio, lo slancio della ripresa post-pandemia è rallentato, con una contrazione delle esportazioni che il mese scorso ha raggiunto il ritmo più rapido dall'inizio della pandemia tre anni fa, come ha indicato l'Ufficio doganale del Paese.
Tuttavia, la quantità di importazioni di greggio a giugno è aumentata del 45,3% rispetto all'anno precedente, raggiungendo il secondo valore mensile più alto mai registrato.
A frenare i guadagni, anche il rapporto dell'Energy Information Administration degli Stati Uniti, che ha mostrato un accumulo di scorte di greggio di quasi 6 milioni di barili la scorsa settimana, sopra alle attese.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)