LONDRA (Reuters) - Il petrolio registra un rimbalzo dopo quattro sedute col segno meno, spinto dalle speranze che l'allentamento delle misure anti-Covid in Cina possa rilanciare la domanda, e dai ritardi di alcune petroliere che trasportano petrolio russo.
Ieri la Cina ha annunciato dei cambiamenti alla severa politica anti-Covid, i più radicali dall'inizio della pandemia. Intanto, almeno 20 petroliere hanno subito ritardi nella traversata dai porti russi del Mar Nero verso il Mediterraneo, dopo l'entrata in vigore il 5 dicembre del price cap deciso da G7 e Ue.
Intorno alle 10,50 il Brent è in rialzo di 65 centesimi, o dello 0,84%, a 77,82 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) guadagna 77 centesimi, o l'1,07%, a 72,78 dollari.
Sia il Brent che il greggio statunitense ieri hanno toccato i minimi del 2022, annullando tutti i guadagni ottenuti in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che ha alimentato la peggiore crisi di approvvigionamento energetico globale degli ultimi decenni, facendo salire il petrolio vicino al massimo storico di 147 dollari.
Un funzionario del Tesoro britannico ha dichiarato che ieri i funzionari occidentali hanno tenuto colloqui con le controparti turche per risolvere il problema delle petroliere in attesa.
Le code suggeriscono che "l'offerta disponibile dal Mar Nero è già influenzata dalla misura punitiva", ha affermato Tamas Varga del broker petrolifero Pvm.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)