LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono poco mossi, con gli investitori che soppesano i timori per l'economia cinese da una parte e la contrazione dell'offerta negli Stati Uniti dall'altra.
I futures sul Brent guadagnano 19 centesimi a 84,70 dollari il barile alle 10,50 italiane, mentre il West Texas Intermediate statunitense (Wti) avanza di 16 centesimi a 80,83 dollari il barile.
Entrambi i benchmark hanno perso oltre l'1% nella seduta precedente, toccando i minimi dall'8 agosto.
L'economia cinese è al centro dell'attenzione dopo che i dati relativi alle vendite al dettaglio, alla produzione industriale e agli investimenti hanno deluso le aspettative, alimentando i timori di un rallentamento più profondo e duraturo della crescita.
Sia l'Opec+ che l'Agenzia internazionale dell'energia (Aie) puntano sulla Cina - il primo importatore di petrolio al mondo - per galvanizzare la domanda di greggio nel resto del 2023.
Negli Stati Uniti, le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di circa 6,2 milioni di barili la scorsa settimana, secondo i dati dell'American Petroleum Institute citati da fonti di mercato. Si tratta di un calo molto più consistente rispetto alla flessione di 2,3 milioni stimata dagli analisti interpellati da Reuters.
I dati Eia sulle scorte sono attesi oggi.
I tagli all'offerta da parte di Arabia Saudita e Russia hanno spinto al rialzo i prezzi del petrolio nelle ultime sette settimane.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)