Investing.com - Il prezzo del greggio recupera le perdite di ieri questo mercoledì, mentre gli operatori dei mercati attendono la pubblicazione dei nuovi dati settimanali sulle scorte commerciali di greggio USA.
Il greggio West Texas Intermediate con consegna a marzo sul New York Mercantile Exchange rimbalza di 57 centesimi, o dell’1,1%, a 53,58 dollari al barile alle 8:20 ET (13:20 GMT), dopo essere crollato di 1,03 dollari, o dell’1,9%, ieri.
Intanto, il greggio Brent con consegna a marzo sull’ICE (NYSE:ICE) Futures Exchange di Londra schizza di 74 centesimi, o dell’1,2%, a 62,25 dollari al barile. Il riferimento globale ha segnato un crollo di 1,24 dollari, o del 2%, ieri.
L’American Petroleum Institute rilascerà il report settimanale sulle scorte per la settimana terminata il 18 gennaio alle 16:30 ET (21:30 GMT), tra le previsioni di un calo di circa 435.000 barili.
Il report settimanale della U.S. Energy Information Administration sarà invece pubblicato domani.
I report vengono pubblicati con un giorno di ritardo per via della festa di Martin Luther King, celebrata lunedì negli Stati Uniti.
Dopo aver chiuso il 2018 in caduta libera, il greggio segna l’inizio d’anno migliore dal 2001, con un’impennata di circa il 18% dall’inizio di gennaio.
In generale, il recente rialzo nel settore energetico è stato alimentato dalle prove di un taglio della produzione da parte dei principali esportatori mondiali, in particolare l’Arabia Saudita, finalizzato a prevenire un nuovo esubero sui mercati mondiali.
A contribuire all’ottimismo, i commenti di questa mattina resi in occasione del Forum Economico Mondiale di Davos, dove un funzionario russo ha indicato che il paese non vuole una guerra dei prezzi con gli Stati Uniti, la cui partecipazione di mercato sta aumentando per via dell’incremento della produzione da scisto.
“Non dovremmo intraprendere azioni concorrenziali per distruggere la produzione di scisto USA”, afferma Kirill Dmitriev, a capo del Direct Investment Fund russo. “Affinché la produzione da scisto USA scenda, il greggio dovrebbe arrivare a 40 dollari al barile e anche meno. E non sarebbe un bene per l’economia russa”.
Intanto, i future della benzina salgono dello 0,3% a 1,405 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento va su dell’1,1% a 1,921 dollari al gallone.
I future del gas naturale schizzano del 2,9% a 3,128 dollari per milione di BTU. Il contratto è crollato di oltre l’8% ieri, sulla scia del cambiamento delle previsioni meteo invernali.
-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters