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Il prezzo dell’oro schizza dell’1% e segna il massimo di 3 mesi

Pubblicato 15.10.2018, 14:45
© Reuters.  Il prezzo dell’oro schizza dell’1% e segna il massimo di 3 mesi
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Investing.com - Il prezzo dell’oro segna un’impennata di circa l’1% questo lunedì, raggiungendo il massimo di tre mesi sulla scia di una combinazione di preoccupazioni per l’aumento del rendimento dei bond USA e dell’impatto dello scontro commerciale, nonché per i rischi geopolitici e il dollaro debole, che hanno spinto la richiesta del metallo prezioso.

L’oro con consegna a dicembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange schizza di 13,00 dollari, o dell’1,06%, a 1.234,90 dollari l’oncia troy alle 08:36 ET (12:36 GMT) dopo essere salito al massimo di 1.236,90 dollari in precedenza, il massimo da metà luglio.

Il prezzo dell’oro è rimbalzato di circa l’1,4% la scorsa settimana, nonostante sia sceso venerdì, segnando il secondo aumento settimanale consecutivo.

La richiesta di oro come investimento rifugio è stata spinta dal tonfo dei mercati azionari, con gli investitori che si sono allontanati dagli asset ritenuti più rischiosi.

Le borse globali non riescono a riprendersi questo lunedì, malgrado il rialzo di venerdì a Wall Street, dopo il brusco selloff della scorsa settimana scatenato dai timori per l’aumento del rendimento USA e dai timori che gli scontri commerciali stiano cominciando a pesare sulla crescita globale.

Il rendimento dei Buoni del Tesoro USA ha cominciato a salire all’inizio del mese nelle aspettative di aumenti più rapidi del previsto dei tassi da parte della Federal Reserve, con le prospettive per l’economia USA che rimangono forti.

A pesare sul sentimento dei mercati, anche l’aumento del rischio geopolitico per la Brexit, lo scontro sul bilancio italiano e l’aumento delle tensioni diplomatiche tra l’Arabia Saudita e l’Occidente per la scomparsa di un giornalista.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,23% a 94,72.

Un dollaro debole rende gli asset valutati in dollari, come l’oro, meno costosi per i potenziali acquirenti titolari di altre valute.

Le aspettative di un aumento dei tassi di interesse probabilmente continueranno a pesare sul prezzo dell’oro. Il rialzo dei tassi di interesse e del rendimento dei bond USA pesa sull’appeal dei lingotti, che non hanno rendimento. Tende invece a supportare il dollaro.

Intanto, i future dell’argento con consegna a dicembre salgono dello 0,96% a 14,77 dollari l’oncia troy, mentre i future del platino con consegna a gennaio si attestano a 853,30 dollari, con un rimbalzo dell’1,57% sulla giornata.

Tra le materie prime, il rame con consegna a dicembre sale dello 0,73% a 2,821 dollari la libbra.

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