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Impennata del greggio; le sanzioni fanno temere per le forniture russe

Pubblicato 28.02.2022, 11:30
© Reuters.
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Di Peter Nurse

Investing.com - Il prezzo del petrolio schizza questo lunedì, le nuove sanzioni comminate alla Russia dalle potenze occidentali alimentano la paura di interruzioni delle forniture energetiche da parte del secondo maggiore produttore petrolifero mondiale.

Alle 5 ET (10:00 GMT), i future del greggio USA segnano un’impennata del 5,1% a 96,25 dollari al barile, mentre il contratto del Brent registra +5% a 98,81 dollari, dopo aver superato i 100 dollari al barile in precedenza.

I future della benzina USA RBOB schizzano del 3,6% a 2,9791 dollari al gallone.

Le nazioni occidentali nel fine settimana hanno annunciato l’intenzione di sanzionare ulteriormente Mosca, in risposta ai continui bombardamenti dell’Ucraina, escludendo alcune banche russe dal sistema SWIFT, usato dalla maggior parte degli istituti finanziari di tutto il mondo, per migliaia di miliardi di dollari di transazioni.

La Russia è responsabile di circa il 10% delle forniture petrolifere mondiali. Eventuali sconvolgimenti di queste forniture probabilmente colpiranno duramente un mercato già in difficoltà a soddisfare l’impennata della domanda mentre i paesi riaprono le loro economie sulla scia della riduzione della pandemia di COVID-19.

Il Presidente russo Vladimir Putin ha ulteriormente aumentato le tensioni ieri, ordinando l’allerta delle sue “forze di deterrenza”, ossia le armi nucleari.

I timori per le scorte globali mettono al centro della scena la riunione di questa settimana dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dei suoi produttori alleati.

Probabilmente ci saranno delle pressioni sui membri del gruppo, noto come OPEC+, per un aumento più aggressivo quando si vedranno mercoledì, data l’attuale situazione in Europa dell’Est ed il contesto di prezzi alti.

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La portata con cui la mossa della Russia in Ucraina ha scombussolato l’equilibrio sui mercati energetici è stata dimostrata dall’annuncio di BP (LON:BP) di lasciare la sua partecipazione nel colosso petrolifero Rosneft.

La statale Rosneft rappresenta circa metà delle riserve di greggio e gas di BP ed un terzo della sua produzione. La vendita della partecipazione del 19,75% mette fine a tre decenni di collaborazione tra le due società e comporterà oneri fino a 25 miliardi di dollari.

Questa brusca decisione accende i riflettori anche su altre aziende occidentali con operazioni in Russia.

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