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Libia, giacimenti petroliferi aperti dopo risoluzione disputa con banca centrale

Pubblicato 04.10.2024, 08:28
Aggiornato 04.10.2024, 08:36
© Reuters. Un dettaglio del campo petrolifero El Sharara in Libia. REUTERS/Ismail Zitouny

BENGASI (Reuters) - Il governo libico orientale e la National Oil Corp (Noc) di Tripoli hanno annunciato ieri la riapertura di tutti i giacimenti petroliferi e dei terminali di esportazione dopo che è stata risolta una disputa sulla leadership della banca centrale.

Ciò potrebbe aprire la strada a un significativo aumento della produzione di petrolio da parte del produttore Opec. In un comunicato, Noc ha detto di aver revocato lo stato di forza maggiore in tutti i giacimenti e terminali petroliferi a partire dal 3 ottobre.

"Abbiamo recentemente ricevuto una valutazione formale della sicurezza relativa a Sharara, El Feel ed Essider, che conferma che Noc può riprendere le operazioni e le operazioni di esportazione ai propri clienti", si legge nel comunicato.

L'ente ha aggiunto che il capo Farhat Bengdara ha incontrato il nuovo governatore della banca centrale, Naji Issa, e hanno discusso un meccanismo per la banca per finanziare progetti per aumentare la produzione per mantenere la sostenibilità finanziaria e "compensare il deficit di entrate derivante dalle chiusure e dal calo dei prezzi del petrolio".

La produzione petrolifera libica è stata ripetutamente interrotta nel caotico decennio dal 2014, quando il Paese si è diviso tra due autorità rivali a est e a ovest in seguito alla rivolta sostenuta dalla Nato che ha rovesciato Muammar Gheddafi nel 2011.

La Libia produceva circa 1,2 milioni di barili di greggio al giorno prima che la produzione dei giacimenti di Sharara, El Feel ed Essider venisse interrotta a fine agosto e inizio settembre. La maggior parte del greggio veniva esportato. A settembre, le esportazioni sono state in media di 460.000 barili al giorno, secondo la società di analisi petrolifera Kpler.

PROBLEMI TECNICI A ELFEEL

La Noc ha dichiarato uno stato di forza maggiore il 7 agosto per il giacimento di Sharara - una delle maggiori aree di produzione libiche con una capacità di circa 300.000 barili al giorno - e per il giacimento di Elfeel il 2 settembre.

Sharara si trova nel sud-ovest della Libia ed è gestito da una joint venture di Noc con la spagnola Repsol (BME:REP), la francese TotalEnergies, l'austriaca OMV e la norvegese Equinor.

Elfeel ha una capacità di 70.000 barili al giorno ed è gestito da Mellitah Oil and Gas, una joint venture tra Noc ed Eni.

Due ingegneri del giacimento hanno riferito a Reuters che il giacimento ha ripreso la produzione ma non a pieno regime a causa di lavori di manutenzione.

In precedenza, tre ingegneri avevano detto che c'erano stati alcuni "problemi tecnici" a Elfeel.

Il governo di Bengasi, nell'est del Paese, ha detto che la produzione e l'esportazione di petrolio riprenderanno le normali operazioni, dopo che il mese scorso le autorità rivali hanno concordato la nomina di Issa a nuovo governatore della banca centrale.

Le autorità della seconda maggior città della nazione avevano chiuso i giacimenti petroliferi e bloccato la maggior parte delle esportazioni di greggio il 26 agosto, in segno di protesta contro la decisione del Consiglio presidenziale con sede a Tripoli di sostituire il veterano capo della banca centrale, Sadiq al-Kabir.

Il capo del Consiglio presidenziale, Mohamed al-Menfi, ha incontrato Issa mercoledì e ha sottolineato "la necessità che il governatore della banca centrale si impegni nel ruolo tecnico della banca, stia lontano dalla politica e non superi le giurisdizioni legali del consiglio di amministrazione".

© Reuters. Un dettaglio del campo petrolifero El Sharara in Libia. REUTERS/Ismail Zitouny

La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha accolto con favore in un comunicato la revoca della forza maggiore sulla produzione di petrolio da parte della Noc.

La missione ha sottolineato che "è essenziale che i proventi di questa risorsa vitale siano incanalati attraverso il quadro istituzionale appropriato e, in ultima analisi, alla Banca centrale libica".

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)

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