Investing.com - Il prezzo dell’oro crolla di quasi l’1% questo lunedì, con la domanda del dollaro che resta sostenuta dopo il report positivo di venerdì sull’occupazione USA che ha alimentato le aspettative di un aumento dei tassi questo mese da parte della Federal Reserve.
L’oro scende dello 0,97% a 1.166,45 dollari l’oncia troy alle 10:05 GMT non lontano dal minimo di giovedì di 1.160,00 dollari, il minimo da febbraio.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,3% a 101,05.
L’oro è valutato in dollari e il rafforzamento del biglietto verde fa diminuire il suo appeal per i titolari di altre valute.
I dati di venerdì hanno mostrato che l’economia USA ha aggiunto 178.000 nuovi posti di lavoro a novembre rispetto al mese precedente, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al minimo di nove anni del 4,6%.
Il report ha alimentato le speranze di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed in occasione del vertice del 13 e 14 dicembre.
I traders prevedono una probabilità del 100% di un aumento dei tassi la prossima settimana, secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com.
Le probabilità di un ulteriore aumento a febbraio sono invece pari al 93,9%.
L’oro risente dell’andamento dei tassi USA, il cui aumento farebbe salire il costo degli investimenti senza rendimento come i lingotti supportando invece il dollaro.
Intanto, l’argento con consegna a marzo crolla dell’1,24% a 16,62 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a marzo è scambiato a 2,65 dollari la libbra.