Investing.com – Le azioni di UniCredit (BIT:CRDI) sono in calo del 4% sul FTSE MIB oggi alle 10.30 dopo l’opa, tutta in azioni e dal valore di 10,1 miliardi di euro, lanciata da Piazza Gae Aulenti su Banco Bpm (BIT:BAMI).
I nodi: dividendi e aumento di capitale
La paura del mercato è che sia a rischio la capacità di Unicredit di continuare a distribuire i dividendi nel prossimo futuro. La banca ha però assicurato, come fatto dopo l’investimento in Commerzbank (ETR:CBKG), che la sola acquisizione di Banco Bpm non influisce sull’obiettivo di una “distribuzione media annua totale nel 2025 e 2026 maggiore rispetto al 2024”.
Inoltre, Unicredit ha convocato un’assemblea straordinaria il 10 aprile 2025 per proporre un aumento di capitale, in una o più volte, per finanziare l’opa su Banco Bpm, fino a 266.000.000 azioni ordinarie, il cui prezzo di emissione sarà determinato dal Cda. Al prezzo registrato in chiusura venerdì 22 novembre, prima della opa, ovvero 38,09 euro per azione, si tratterebbe di circa 10,13 miliardi.
Banco Bpm in rialzo, giù Anima
Al contrario, Piazza Affari premia il titolo di Banco Bpm che dopo la notizia è salito anche di oltre il 6% per poi rallentare consolidando intorno al +2,3%. Con l’opa totalitaria le azioni dell’istituto milanese vengono valorizzate dello 0,5% rispetto al prezzo rilevato alla chiusura del 22 novembre 2024 e del 15% rispetto al prezzo del 6 novembre, ovvero prima che l’istituto guidato da Giuseppe Castagna avanzasse l’opa su Anima (BIT:ANIM). Giocoforza, la mossa di Orcel tira in ballo anche il principale asset manager italiano, le cui azioni sono in calo dell’1,20%.
Gli obiettivi di Unicredit
Obiettivo dell'offerta è conseguire il delisting di Banco Bpm con la revoca delle azioni dalla quotazione su euronext milan. "L’Offerente – spiega la stessa Unicredit in una nota - ha interesse a promuovere l’offerta al fine di rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di primario gruppo bancario pan-europeo, che si posiziona fra le banche leader in Italia, Germania, Austria ed Europa centro-orientale".
In sostanza, l’integrazione secondo Unicredit garantirebbe al gruppo "un solido posizionamento competitivo e di mercato in Italia”, con un "notevole" franchise di clienti e "forte attenzione al territorio". Ma anche un "modello di business fortemente orientato a servizio delle famiglie e delle imprese italiane" e diversificato, "con fabbriche prodotto attive anche nei diversi ambiti del settore parabancario (private banking, corporate and investment banking, asset management, bancassurance)".
La terza banca europea per capitalizzazione
L’aggregazione di Bpm (BIT:PMII) con UniCredit, pertanto, "permetterà la piena valorizzazione delle potenzialità dei due gruppi in Italia e un conseguente ulteriore rafforzamento di una solida realtà pan-europea, che diventerebbe la terza banca europea per capitalizzazione di mercato e avrebbe le dimensioni e le risorse per sostenere in modo ancora più efficace l’economia reale e per creare valore sostenibile a beneficio di tutti gli stakeholders coinvolti", si legge ancora nel comunicato.
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