Investing.com - Il prezzo dell’oro rimbalza dal minimo di 10 mesi questo venerdì, il dollaro statunitense è in leggero calo nell’attesa che vengano pubblicati i dati sull’occupazione USA nel corso della giornata.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio in salita dello 0,50%, a 1.175,30dollari l’oncia troy, staccandosi dal minimo di 10 mesi di 1.160,00 toccato ieri.
Il contratto di febbraio ha chiuso la seduta di giovedì in calo dello 0,38% a 1.169,40.
Supporto a 1.160,00, e resistenza a 1.193,30, massimo di mercoledì.
Il dollaro si era rafforzato mercoledì, dopo la notizia del raggiunto accordo tra i membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio per il taglio della produzione volto alla riduzione dell’eccesso delle scorte globali ed al conseguente aumento dei prezzi.
Le aspettative di un aumento dei prezzi dell’oro nero si sommano alle speranze sull’inflazione USA, già incoraggiate dalle prospettive di un incremento della spesa pubblica sotto l’amministrazione Trump. A sostegno del dollaro anche i dati rilasciati ieri dall’Institute for Supply Management, che hanno mostrato un aumento dell’indice manifatturiero a 53,2 lo scorso mese da una lettura di 51,9. Gli analisti avevano previsto un aumento minore a 52,2.
Meno positivi i dati del Dipartimento per il Lavoro USA che hanno mostrato ieri un calo del numero delle nuove richieste di disoccupazione la scorsa settimana di 17.000 unità a 268.000 unità contro le aspettative di un aumento di 2.000 a 253.000.
Un dollaro forte solitamente pesa sull’oro, poiché ne fa scendere l’appeal come investimento alternativo e rende le materie prime valutate in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Sempre sul Comex, i future dell’argento con consegna a marzo sono in salita dello 0,46%, a 16,582 dollari l’oncia troy, mentre i future del rame con consegna a marzo crollano dell’1,06% a 2,615 dollari la libbra.