Investing.com – Aumentano i futures sul petrolio greggio, dopo il calo della sessione precedente al minimo di 6 settimane che ha innescato acquisiti speculativi per gli investitori; tuttavia i guadagni sono stati limitati dai timori sul rallentamento della domanda USA di petrolio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 97,46 dollari al barile, in salita dello 0,36%.
Il prezzo del greggio è salito precedentemente dello 0,85% a 97,97 dollari al barile, il massimo della sessione.
Ieri invece il prezzo ha toccato i 97,10 dollari al barile, il minimo dal 21 dicembre, dopo il rilascio dei dati USA che hanno mostrato un aumento delle scorte USA di greggio per la scorsa settimana pari a 4,2 milioni di barili.
Total ha dichiarato che le scorte di benzina sono salite di 3 milioni di barili, dato decisamente superiore alle previsione di un aumento di 1 milione di barili.
Secondo la US Energy Information Administration la domanda di benzina è scesa al livello più basso dal settembre 2001 la scorsa settimana.
Gli USA sono il principale consumatore globale dei petrolio, rappresentando il 22% della domanda mondiale.
Il brusco calo ha innescato acquisiti speculativi da parte degli investitori riluttanti verso un ulteriore calo dei prezzi, per via delle tensioni sulle forniture iraniane.
I prezzi no stati spinti dalle tensioni tra Iran e Occidente, tr ai timori che l’Iran traduca in realtà il blocco dello stretto di Hormuz in contrapposizione alle sanzioni internazionali.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 112,00 dollari al barile, in salita dello 0,4%, con lo spread tra i contratti Brent e il greggio a 14,54 dollari al barile, il massimo divario dal 14 novembre.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dai produttori africani tra cui Nigeria e Sudan del Sud.
Le forze nigeriane hanno arrestato il portavoce di un gruppo militante islamico accusato di aver ucciso centinaia di persone durante gli attacchi di questo ultimo anno.
Intanto continua la disputa tra Sudan e Sudan del sud. Il neo indipendente Sudan del sud ha interrotto la produzione stimata a 350.000 barili al giorno.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 97,46 dollari al barile, in salita dello 0,36%.
Il prezzo del greggio è salito precedentemente dello 0,85% a 97,97 dollari al barile, il massimo della sessione.
Ieri invece il prezzo ha toccato i 97,10 dollari al barile, il minimo dal 21 dicembre, dopo il rilascio dei dati USA che hanno mostrato un aumento delle scorte USA di greggio per la scorsa settimana pari a 4,2 milioni di barili.
Total ha dichiarato che le scorte di benzina sono salite di 3 milioni di barili, dato decisamente superiore alle previsione di un aumento di 1 milione di barili.
Secondo la US Energy Information Administration la domanda di benzina è scesa al livello più basso dal settembre 2001 la scorsa settimana.
Gli USA sono il principale consumatore globale dei petrolio, rappresentando il 22% della domanda mondiale.
Il brusco calo ha innescato acquisiti speculativi da parte degli investitori riluttanti verso un ulteriore calo dei prezzi, per via delle tensioni sulle forniture iraniane.
I prezzi no stati spinti dalle tensioni tra Iran e Occidente, tr ai timori che l’Iran traduca in realtà il blocco dello stretto di Hormuz in contrapposizione alle sanzioni internazionali.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 112,00 dollari al barile, in salita dello 0,4%, con lo spread tra i contratti Brent e il greggio a 14,54 dollari al barile, il massimo divario dal 14 novembre.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dai produttori africani tra cui Nigeria e Sudan del Sud.
Le forze nigeriane hanno arrestato il portavoce di un gruppo militante islamico accusato di aver ucciso centinaia di persone durante gli attacchi di questo ultimo anno.
Intanto continua la disputa tra Sudan e Sudan del sud. Il neo indipendente Sudan del sud ha interrotto la produzione stimata a 350.000 barili al giorno.