Investing.com - Il prezzo dell’oro subisce un’impennata al massimo di nove settimane questo giovedì, poiché gli investitori scelgono il metallo prezioso come investimento rifugio per via del crollo delle borse globali causato dalla Cina.
Stamane i titoli azionari globali sono colati a picco e gli scambi sui mercati cinesi sono stati sospesi per la seconda volta questa settimana dopo il crollo di oltre il 7% all’apertura.
Sulla propensione al rischio pesa inoltre la decisione della Banca Popolare Cinese di fissare il tasso di cambio dello yuan ad un livello inferiore rispetto alla chiusura di ieri. Si tratta del calo giornaliero maggiore dallo scorso agosto, quando la banca ha sorpreso i mercati con una svalutazione di quasi il 2% della valuta, scatenando un selloff sui mercati globali.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio sale di 5,10 dollari, o dello 0,47%, a 1.097,00 dollari l’oncia troy alle 09:47 GMT, o alle 5:47 ET. Il prezzo è precedentemente schizzato a 1.102,50 dollari, il massimo dal 6 novembre.
Ieri, l’oro ha segnato un’impennata di 13,50 dollari, o dell’1,25%, dopo che la Corea del Nord ha confermato di aver effettuato dei test nucleari, mentre le tensioni tra Arabia Saudita ed Iran restano alte.
Il metallo giallo ha subito un’impennata di quasi il 4% finora questa settimana, grazie alla richiesta di investimenti rifugio sulla scia dei crolli delle borse globali, dei timori per l’economia cinese e dell’aumento delle tensioni geopolitiche.
Intanto, gli investitori attendono i dati USA per valutare se la principale economia mondiale sia abbastanza forte da consentire ulteriori aumenti dei tassi quest’anno.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione alle 8:30 ET. I traders attendono inoltre il report sull’occupazione non agricola per il mese di dicembre, previsto per domani.
Nei verbali del vertice di dicembre della Federal Reserve, vertice durante il quale sono stati aumentati i tassi di interesse, si legge che alcuni funzionari temono che l’inflazione possa restare bassa. Secondo alcuni membri, la decisione di alzare i tassi è stata “presa per un pelo, in particolare per via dell’incertezza legata alle dinamiche dell’inflazione”.
I verbali hanno rassicurato i mercati sul fatto che i prossimi aumenti dei tassi saranno graduali.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo salgono di 0,9 centesimi, o dello 0,06%, a 13,98 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea.
Intanto, i futures del rame crollano al minimo delle ultime sei settimane questo giovedì, per via dei crolli sui mercati azionari cinesi e di un ulteriore deprezzamento dello yuan che hanno contribuito a ridurre l’appeal del metallo rosso.
Gli investitori temono che il crollo dei titoli azionari possa diffondersi in altri settori economici in Cina e che la domanda del metallo industriale da parte della nazione asiatica possa subire una riduzione.
Il rame è crollato del 4,5% finora questa settimana, mentre l’attenzione degli investitori è rivolta al peggioramento delle previsioni per la Cina ed al relativo impatto sull’economia globale. Con il 45% della richiesta globale di rame, la nazione asiatica può essere considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.