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Oro in calo dopo i dati sull’occupazione USA

Pubblicato 29.01.2015, 14:42
© Reuters.  Oro al minimo di una settimana dopo i dati sulle richieste di sussidio negli USA
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Investing.com - L’oro tocca il minimo di una settimana questo giovedì, dopo i dati che hanno mostrato un calo delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione USA al minimo dal 2000 la scorsa settimana, dati che hanno alimentato l’ottimismo sulla ripresa del mercato del lavoro.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile hanno toccato 1.264,40 dollari l’oncia troy, il minimo dal 16 gennaio, per poi attestarsi a 1.270,80 negli scambi della mattinata statunitense, in calo di 16,40 dollari o dell’1,27%.

Supporto a 1.255,20 dollari, il minimo dal 16 gennaio, e resistenza a 1.300,20 dollari, il massimo dal 26 gennaio.

Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo crollano di 60,5 centesimi, o del 3,34%, a 17,48 dollari l’oncia troy.

Il Dipartimento per il Lavoro USA ieri ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nella settimana terminata il 24 gennaio è sceso di 43.000 unità a 265.000. Gli analisti avevano previsto un calo di 8.000 unità a 300.000 la scorsa settimana.

I dati hanno alimentanto l’orrimismo sulla ripresa dell’economia ed hanno alimentato le aspettative che la Federal Reserve possa iniziare ad aumentare i tassi di interesse prima del previsto.

Ieri, a conclusione del vertice di politica monetaria, la Fed ha annunciato che manterrà i tassi invariati almeno fino a giugno ed ha ribadito l’intenzione di essere paziente in merito all’aumento dei tassi di interesse, riconoscendo comunque la solida ripresa economica e la forte crescita nel mercato del lavoro.

Le aspettative di aumento dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,1% a 94,98, restando al di sotto del massimo di oltre 11 anni di 95,77 toccato venerdì.

Un dollaro forte solitamente pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.

Intanto, il rame con consegna a marzo scende di 2,7 centesimi, o dell’1,1%, a 2,452 dollari la libbra. Il contratto di marzo lunedì ha toccato il minimo di cinque anni di 2,419 dollari.

Il prezzo del metallo rosso è finora sceso di circa l’11,5% a gennaio a causa dei timori per le prospettive economiche globali ed il loro impatto sulla richiesta futura che hanno ridotto l’appeal della materia prima.

Intanto, l’euro resta sotto pressione da quando ieri il nuovo governo greco ha deciso di ridurre le impopolari misure di austerity alla base del salvataggio da 240 miliardi di euro, facendo crescere l’apprensione per gli scontri con i creditori internazionali.

In Grecia i tassi di interesse continuano a salire questo giovedì, con il rendimento dei Titoli di Stato a 10 anni sopra l’11%, il massimo dal luglio 2013. Prima delle elezioni il rendimento era sotto il 9%.

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