Investing.com - Il prezzo dell’oro scende questo mercoledì, restando vicino al minimo di due mesi, tra il dollaro forte e l’aumento del rendimento dei Buoni del Tesoro USA sulla scia della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo con l’Iran.
Ieri, il Presidente Donald Trump ha fatto uscire gli Stati Uniti dall’accordo internazionale sul nucleare iraniano, facendo aumentare il rischio di conflitti in Medio Oriente, con un effetto domino sulle scorte di greggio globali e sull’economia mondiale.
I future dell’oro con consegna a giugno sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange scendono di 8,10 dollari, o dello 0,62%, a 1.305,60 dollari l’oncia troy alle 04:27 ET (08:27 GMT).
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, tocca il massimo di 93,20, il massimo dal 19 dicembre, per poi attestarsi a 93,15.
Il dollaro è stato incoraggiato dall’aumento del rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni USA sopra l’importante soglia psicologica del 3% al massimo di due settimane, grazie all’impennata del prezzo del greggio che ha alimentato le aspettative sull’inflazione.
Un aumento sopra il massimo del 3,035% segnato il 25 aprile lo porterebbe al massimo dall’inizio del 2014.
Una valuta USA più forte rende l’oro, valutato in dollari, più costoso per i compratori esteri, mentre l’aumento del rendimento dei Buoni del Tesoro tende a ridurre l’appeal dell’oro, che non ha interessi, nei confronti degli investitori alla ricerca di investimenti ad alto rendimento.
Tra gli altri metalli preziosi, i future dell’argento scendono dello 0,32% a 16,42 l’oncia troy, mentre i future del platino sono pressoché invariati a 911, 60 dollari.
Tra le materie prime, i future del rame scendono dello 0,2% a 3,052 dollari la libbra.