Investing.com - Il prezzo dell’oro recupera parte delle perdite questo giovedì grazie all’indebolimento del dollaro, dopo essere sceso al minimo di 10 mesi, ma il metallo prezioso resta sotto pressione tra le aspettative di un aumento dei tassi di interesse statunitensi.
L’oro è scambiato a 1.169,65 dollari l’oncia troy alle 10:19 GMT dopo essere sceso al minimo di 1.163,5 all’inizio della seduta, il minimo dal 5 febbraio.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,29% a 101,33, staccandosi dal massimo di ieri di 101,88 ed al di sotto del massimo di quasi 14 anni di 102,12 registrato lo scorso giovedì.
L’oro è valutato in dollari e il rafforzamento del biglietto verde fa diminuire il suo appeal per i titolari di altre valute.
Il dollaro è schizzato ieri dopo la notizia che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ha raggiunto un accordo per il taglio della produzione finalizzato a ridurre l’eccesso delle scorte globali e a far salire i prezzi.
Le aspettative di un aumento dei prezzi dell’oro nero si sommano alle speranze sull’inflazione USA, già incoraggiate dalle prospettive di un incremento della spesa pubblica sotto l’amministrazione Trump.
La richiesta del dollaro è stata spinta inoltre dai report economici statunitensi positivi che fanno sperare in aumento dei tassi da parte della Federal Reserve questo mese.
Gli investitori attendono i dati statunitensi sul settore manifatturiero nel corso della giornata ed il report di domani sull’occupazione non agricola per il mese di novembre.
Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, il 97,8% dei traders si aspetta che la banca centrale USA alzi i tassi di interesse in occasione del vertice di politica monetaria di dicembre.
I tassi alti in genere supportano il dollaro, aumentandone l’appeal per gli investitori alla ricerca di investimenti ad alto rendimento.
L’oro risente dell’andamento dei tassi USA, il cui aumento farebbe salire il costo degli investimenti senza rendimento come i lingotti supportando invece il dollaro.
Intanto, i future dell’argento si attestano a 16,37 dollari l’oncia troy, mentre i future del rame sono scambiati a 2,626 dollari la libbra.
Il palladio si attesta a 773,2 dollari, un livello che non si registrava dal giugno del 2015.