Investing.com - I futures del petrolio greggio sono al massimo di tre mesi negli scambi di questo mercoledì, con il sentimento dei mercati che si è rafforzato dopo il raggiunto accordo sul precipizio fiscale, che ha evitato una recessione negli Stati Uniti.
Un ulteriore supporto è giunto in seguito ai dati che hanno mostrato un aumento dell’indice PMI cinese per il terzo mese consecutivo a dicembre.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 93,69 dollari al barile nella mattinata europea, in salita del 2% sulla giornata. Ieri, 1° gennaio la piazza è rimasta chiusa per il Capodanno.
I futures della borsa di New York sono saliti stamane del 2,1% a 93,78 dollari al barile, il massimo dal 21 settembre.
La Camera dei Rappresentati ha votato ieri sera a favore di un accordo per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica pari a 600 miliardi di dollari che sarebbe dovuto andare in vigore il 1° gennaio.
Il voto finale è 257 voti contro 167. Il voto è arrivato dopo l’approvazione del Senato con una grande maggioranza di 89 voti contro 8.
L’accordo, che prevede un aumento delle tasse per i redditi più alti ora passerà alla Casa Bianca, dove ci si aspetta che il Presidente Barack Obama lo converta in legge.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
I prezzi del petrolio hanno ricevuto un ulteriore supporto martedì, in seguito ai dati che hanno mostrato un aumento dell’indice PMI cinese per il terzo mese consecutivo a dicembre.
L’indice PMI è salito a 50,6 lo scorso mese, sopra il punto del 50.0 che indica un miglioramento del settore.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore della crescita della domanda negli ultimi anni.
I numeri del comparto manifatturiero sono ritenuti degli indicatori per la domanda di petrolio.
La debolezza del dollaro spinge solitamente l’oro. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è sceso dello 0,1% a 79,87.
Un dollaro più debole rende più appetibili le materie prime espresse in dollari ai titolari di altre valute che le scelgono come investimento alternativo.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange sono saliti dell’1,5% a febbraio, a 112,75, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 19,06 dollari al barile.
Un ulteriore supporto è giunto in seguito ai dati che hanno mostrato un aumento dell’indice PMI cinese per il terzo mese consecutivo a dicembre.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 93,69 dollari al barile nella mattinata europea, in salita del 2% sulla giornata. Ieri, 1° gennaio la piazza è rimasta chiusa per il Capodanno.
I futures della borsa di New York sono saliti stamane del 2,1% a 93,78 dollari al barile, il massimo dal 21 settembre.
La Camera dei Rappresentati ha votato ieri sera a favore di un accordo per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica pari a 600 miliardi di dollari che sarebbe dovuto andare in vigore il 1° gennaio.
Il voto finale è 257 voti contro 167. Il voto è arrivato dopo l’approvazione del Senato con una grande maggioranza di 89 voti contro 8.
L’accordo, che prevede un aumento delle tasse per i redditi più alti ora passerà alla Casa Bianca, dove ci si aspetta che il Presidente Barack Obama lo converta in legge.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
I prezzi del petrolio hanno ricevuto un ulteriore supporto martedì, in seguito ai dati che hanno mostrato un aumento dell’indice PMI cinese per il terzo mese consecutivo a dicembre.
L’indice PMI è salito a 50,6 lo scorso mese, sopra il punto del 50.0 che indica un miglioramento del settore.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il motore della crescita della domanda negli ultimi anni.
I numeri del comparto manifatturiero sono ritenuti degli indicatori per la domanda di petrolio.
La debolezza del dollaro spinge solitamente l’oro. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è sceso dello 0,1% a 79,87.
Un dollaro più debole rende più appetibili le materie prime espresse in dollari ai titolari di altre valute che le scelgono come investimento alternativo.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange sono saliti dell’1,5% a febbraio, a 112,75, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 19,06 dollari al barile.