Di Ambar Warrick
Investing.com - I prezzi del petrolio sono saliti questo lunedì grazie alla scommessa dei mercati che un eventuale ridimensionamento delle misure COVID-19 in Cina farà aumentare la domanda di greggio del Paese, mentre l’incombente limitazione delle spedizioni di petrolio russo sembra destinata a ridurre l’offerta.
I prezzi del greggio hanno chiuso la scorsa settimana in ribasso, ma venerdì hanno registrato un forte rialzo dopo che la Cina ha dichiarato che allenterà per la prima volta in assoluto alcune misure previste dalla sua rigida politica zero-COVID.
Ma il Paese è ancora alle prese con una recrudescenza dei nuovi casi, che ha visto la disposizione di nuovi lockdown in diversi centri economici. Questo limita qualsiasi rialzo importante dei prezzi del petrolio questo lunedì.
I future Brent sono in salita di quasi l’1% a 96,68 dollari al barile nei primi scambi asiatici, mentre i future West Texas Intermediate sono saliti dello 0,6% a 88,15 dollari al barile. Entrambi i contratti hanno perso rispettivamente il 2,6% e il 4% la scorsa settimana.
I prezzi del greggio sono scesi bruscamente da un picco superiore a 130 dollari quest’anno, poiché l’aumento dei tassi di interesse e una serie di lockdown contro il COVID in Cina hanno sollevato preoccupazioni sulla domanda.
Ma la contrazione dell’offerta, soprattutto dopo che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha annunciato un taglio della produzione di 2 milioni di barili al giorno, ha innescato una ripresa dei prezzi. Il taglio dovrebbe entrare in vigore a partire da dicembre, riducendo l’offerta e favorendo probabilmente i prezzi.
A dicembre entrerà in vigore anche il divieto europeo sulle spedizioni di petrolio russo, con un’ulteriore restrizione dell’offerta di greggio verso la fine dell’anno.
Tuttavia, se da un lato il restringimento dell’offerta dovrebbe favorire i prezzi nei prossimi mesi, dall’altro persistono situazioni con rischi di ribasso per il greggio: il possibile peggioramento dei contagi in Cina, l’aumento dei tassi d’interesse e l’inflazione più elevata del previsto.
Inoltre, il governo statunitense ha minacciato di rilasciare più petrolio dalla sua Strategic Petroleum Reserve per contribuire a ridurre i costi della benzina.