Investing.com – I futures del petrolio greggio sono al massimo di una settimana questo martedì, gli investitori attendono il rilascio dei dati settimanali USA per valutare la forza della domanda del principale consumatore mondiale.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 106,73 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,6% sulla giornata.
I prezzi Nymex sono saliti dello 0,7% nella seduta, al massimo giornaliero di 106,81 dollari al barile, il massimo dal 6 agosto.
Supporto a 103,36 dollari al barile, il minimo dal 9 agosto e resistenza a 107,23 dollari al barile, massimo del 6 agosto.
Il contratto di settembre è salito dello 0,15% a 106,11 dollari al barile questo lunedì.
I traders del petrolio attendono il rilascio di dati settimanali sulle scorte USA e sui prodotti raffinati per valutare la forza della domanda di petrolio per il principale consumatore mondiale.
L’American Petroleum Institute rilascerà i dati sulle scorte di greggio nel corso della giornata, mentre il report di mercoledì potrebbe mostrare un calo di 1,5 milioni di barili.
I traders attendono i dati USA sulle vendite al dettaglio, un dato che sarà seguito per l’impatto potenziale sulla politica monetaria della Federal Reserve.
I dati statunitensi sono seguiti con attenzione dagli investitori, in quanto mostrano se di rafforzano o si indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe spingere le aspettative di una riduzione del programma di acquisti di bond della banca centrale statunitense nei prossimi mesi.
L’allentamento quantitativo è della Fed considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a settembre sono saliti dello 0,35% a 109,34 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 2,61 dollari al barile.
I futures Brent sono stati supportati dai timori su un’interruzione delle forniture dalla Libia, dove è stato imposta una chiusura di 2 settimane ai principali terminal del paese per l’esportazione di greggio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 106,73 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,6% sulla giornata.
I prezzi Nymex sono saliti dello 0,7% nella seduta, al massimo giornaliero di 106,81 dollari al barile, il massimo dal 6 agosto.
Supporto a 103,36 dollari al barile, il minimo dal 9 agosto e resistenza a 107,23 dollari al barile, massimo del 6 agosto.
Il contratto di settembre è salito dello 0,15% a 106,11 dollari al barile questo lunedì.
I traders del petrolio attendono il rilascio di dati settimanali sulle scorte USA e sui prodotti raffinati per valutare la forza della domanda di petrolio per il principale consumatore mondiale.
L’American Petroleum Institute rilascerà i dati sulle scorte di greggio nel corso della giornata, mentre il report di mercoledì potrebbe mostrare un calo di 1,5 milioni di barili.
I traders attendono i dati USA sulle vendite al dettaglio, un dato che sarà seguito per l’impatto potenziale sulla politica monetaria della Federal Reserve.
I dati statunitensi sono seguiti con attenzione dagli investitori, in quanto mostrano se di rafforzano o si indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe spingere le aspettative di una riduzione del programma di acquisti di bond della banca centrale statunitense nei prossimi mesi.
L’allentamento quantitativo è della Fed considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a settembre sono saliti dello 0,35% a 109,34 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 2,61 dollari al barile.
I futures Brent sono stati supportati dai timori su un’interruzione delle forniture dalla Libia, dove è stato imposta una chiusura di 2 settimane ai principali terminal del paese per l’esportazione di greggio.