Investing.com - La forte impennata del prezzo del greggio si ferma questo giovedì, gli investitori valutano l’accordo siglato dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio per limitare la produzione di greggio.
Il greggio USA si attesta a 49,46 dollari al barile alle 09:30 ET, dopo essere schizzato a 50,23 dollari.
I future Brent, riferimento globale, salgono di 8 centesimi, o dello 0,23%, a 51,95 dollari al barile dopo essere balzati a 52,73 dollari, il massimo dal 20 ottobre.
Ieri il Brent si è attestato a 50,47 dollari, con un’impennata di 4,09 dollari, o dell’8,8%, dopo aver segnato il massimo intraday di 50,49 dollari. Il greggio USA ha chiuso a 49,44 dollari, con un rimbalzo di 4,21 dollari, o del 9,3%.
I prezzi sono schizzati dopo che l’OPEC ha confermato il primo taglio della produzione dal 2008, finalizzato a ridurre l’eccesso delle scorte globali che ha causato il dimezzamento dei prezzi del greggio a partire dal 2014.
Il cartello di 14 membri è responsabile di un terzo della produzione globale di greggio con 33,6 milioni di barili al giorno. L’accordo prevede un taglio di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dal gennaio 2017.
Il gruppo ha dichiarato che valuterà l’efficacia dell’accordo dopo sei mesi.
Il patto comprende anche un’azione coordinata con i membri non-OPEC, che dovrebbero ridurre la produzione di 600.000 barili al giorno.
La Russia ha reso noto che taglierà la produzione di 300.000 barili al giorno.
L’Arabia Saudita effettuerà la riduzione maggiore, tagliando la produzione di 486.000 barili al giorno e rinunciando alla richiesta che anche l’Iran limiti la propria produzione: un accordo considerato una vittoria per Tehran.
Tuttavia gli analisti hanno dichiarato che i tagli potrebbero comportare un aumento della produzione da parte di altri produttori, in particolare da parte dei produttori di petrolio da scisto statunitensi.
Gli esperti sono inoltre scettici circa l’attuazione del piano, dal momento che l’OPEC non ha alcuna autorità per far sì che i membri rispettino l’accordo.