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Tagli Opec+ in vista di inverno alimentano timori inflazione globale

Pubblicato 06.10.2022, 10:12
Aggiornato 06.10.2022, 10:18
© Reuters. Una miniatura di barili di greggio davanti a un grafico. REUTERS/Dado Ruvic/
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SINGAPORE (Reuters) - I timori per la scarsità delle forniture di petrolio e l'impennata dell'inflazione si sono intensificati dopo che il gruppo Opec+ ha annunciato il più grande taglio delle forniture dal 2020 in vista dell'embargo dell'Unione europea sull'energia russa.

La mossa ha ampliato la frattura diplomatica tra i membri del gruppo e le nazioni occidentali, che temono che l'aumento dei prezzi dell'energia possa danneggiare la fragile economia globale e ostacolare gli sforzi per privare Mosca delle entrate petrolifere a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina.

I futures sul greggio sono balzati questa settimana, tornando ai massimi di tre settimane, dopo che l'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i loro alleati, tra cui la Russia, hanno concordato di ridurre la produzione di 2 milioni di barili al giorno proprio in vista del picco della stagione invernale.

Secondo gli operatori del settore, ciò potrebbe far salire i prezzi spot, in particolare per il petrolio mediorientale, che soddisfa circa due terzi della domanda asiatica, aggiungendosi alle preoccupazioni per l'inflazione, mentre i governi dal Giappone all'India combattono contro l'aumento del costo della vita e l'Europa dovrebbe bruciare più petrolio per sostituire il gas russo quest'inverno.

"Siamo preoccupati per una ripresa dei prezzi internazionali del petrolio, che dal secondo trimestre hanno dato qualche segnale di maggior calma", ha detto a Reuters un portavoce della più grande raffineria sudcoreana, SK Energy.

Un'altra fonte del settore della raffinazione sudcoreana ha detto che il taglio dell'offerta potrebbe riportare i prezzi ai livelli del secondo trimestre.

© Reuters. Una miniatura di barili di greggio davanti a un grafico. REUTERS/Dado Ruvic/

La Corea del Sud, quarta economia asiatica e potenza manifatturiera, ha visto i costi salire alle stelle a causa dell'impennata dei prezzi delle materie prime.

Il Brent ha toccato i 139,13 dollari al barile a marzo, il massimo dal 2008, dopo che la guerra in Ucraina ha scatenato i timori di una perdita di forniture di petrolio russo.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Sabina Suzzi)

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