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Borsa Milano chiude in rosso, pesanti automotive e finanziari

Pubblicato 05.02.2010, 17:56
Aggiornato 05.02.2010, 18:00

MILANO, 5 febbraio (Reuters) - Piazza Affari chiude la settimana con un'altra caduta, che riporta le lancette della borsa di Milano indietro di sei mesi.

I timori sulla solidità finanziaria di Grecia, Spagna e Portogallo hanno assunto i caratteri di un contagio. E non è bastato un indicatore complessivamente positivo sull'andamento dell'occupazione negli Stati Uniti a tranquillizzare i mercati.

Subito dopo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro a gennaio, infatti, i listini europei avevano più che dimezzato i ribassi della mattinata. Ma la partenza in rosso di Wall Street ha fatto precipitare nuovamente gli indici, sebbene i minimi non siano stati ritoccati.

Soltanto segni meno nel paniere principale, con i difensivi che hanno retto un po' meglio l'urto delle vendite.

In chiusura, l'indice FTSE Mib <.FTMIB> ha perso il 2,75%, a 20.815,88 punti, dopo aver rinnovato il minimo dell'anno a 20.758,32 punti, punto più basso dal 7 agosto 2009. L'AllShare <.FTITLMS> è arretrato del 2,75% e il Mid Cap <.FTITMC> del 3,1%. Volumi per un controvalore di circa 4,4 miliardi di euro.

* Altra giornata in profondo rosso per l'automotive, scosso dalla vicenda Toyota: lo stoxx europeo <.SXAP> è arretrato del 2,81%. "A gennaio", si legge in un report di Nomura dedicato al comparto, "i principali cinque mercati eurpei hanno registrato una crescita complessiva del 16%", ma si tratta di un risultato figlio del confronto favorevole rispetto ad un anno prima e dell'accumulo di ordini nel corso del 2009. Nomura parla di "scarsa visibilità" sulle prospettive del settore in Europa e dice di attendersi che le case rimangano caute sulle stime di vendita. A Milano, PIRELLI è scesa del 5,44%, pagando, secondo gli operatori, anche l'esito infelice delle trattative tra Fimit e PIRELLI RE (-3,34%). FIAT ha lasciato sul terreno il 4,29% e la controllante EXOR il 3,53%.

* Male, nel complesso, le banche: il paniere europeo <.SX7P> ha perso l'1,9%. POP MILANO ha ceduto il 4,36%, INTESA SANPAOLO il 4,03% e MEDIOLANUM il 3,24%. Meno peggio UNICREDIT : -2,06%.

* Restando ai finanziari, segno meno per gli assicurativi: FONDIARIA-SAI -3,47% e GENERALI -3,26%.

* A picco le società attive nel risparmio gestito, il giorno dopo la pubblicazione dei dati sulla raccolta dei fondi nel mese di gennaio, che hanno evidenziato una raccolta positiva, ma in frenata rispetto al 2009: AZIMUT ha lasciato sul terreno l'8,66% e BANCA GENERALI il 6,36%.

* Pesanti gli editoriali: -2,38% in Europa <.SXMP>. MONDADORI è scesa del 3,8%. Fuori dal paniere principale, L'ESPRESSO -6,04%, RCS MEDIAGROUP -6,15% e CLASS EDITORI -5,21%.

* Discorso a parte per MEDIASET (-3,21%): una fonte vicina alla vicenda ha confermato che CIR (-5,1%) intende chiedere, oltre al risarcimento per perdita di chances da 750 milioni, anche quello per sentenza ingiusta per ulteriori 469 milioni.

* Peggioramento pomeridiano per TELECOM ITALIA (-2,96%). Nel gruppo, TELECOM ITALIA MEDIA ha registrato una flessione del 4,73% dopo aver confermato di avere allo studio un aumento di capitale.

* Perdite limitate per le utilities regolamentate: TERNA -0,43% e SNAM RETE GAS -0,52%.

* ENEL in calo del 2,42%. In una breve nota sui risultati preliminari 2009, Natixis scrive che la performance operativa "è stata guidata dalla piena integrazione di Endesa".

* A2A ha ceduto il 2,64%: la società lombarda, che oggi ha parlato con gli analisti, ieri aveva diffuso il proconsuntivo 2009 e le linee del piano industriale al 2014.

* Fra le small e mid cap, colpite dai realizzi le società che producono energia da fonti rinnovabili: PRAMAC -10,97%, TERNIENERGIA -8,12%, K.R.ENERGY -8,55% ed ERGYCAP -8,55%.

* Nella tormentata galassia Burani, BIOERA ha lasciato sul terreno l'8,97% e ANTICHI PELLETTIERI -8,86%.

* SAFILO GROUP è salita del 5,22% nella giornata in cui è stato reso noto noto che HAL Holding ha raggiunto l'11% circa del capitale attraverso la sottoscrizione di un aumento riservato. Il gruppo di occhialeria, inoltre, ha siglato con le banche un accordo di ristrutturazione del debito.

* PANARIAGROUP è balzata del 20,71%, con boom di volumi: sono passati di mano circa 335.000 pezzi, contro una media dell'intera seduta di 15.000 pezzi negli ultimi trenta giorni. I trader non hanno spiegazioni del rally del produttore di materiale ceramico. In passato, Panaria era stata oggetto di rumours su piani di delisting, sempre smentiti dalla società e tuttora negati. Una fonte finanziaria riferisce che "alcuni operatori di private equity hanno messo gli occhi sul distretto emiliano della ceramica".

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