Investing.com - Quasi quattro mesi dopo aver definito il Bitcoin una “truffa”, il dirigente di JP Morgan Jamie Dimon ha fatto un passo indietro questo martedì, ammettendo di essersi “pentito” di quella affermazione.
In occasione di una conferenza bancaria a settembre, Dimon aveva condannato la criptovaluta, definendola una “truffa” ed uno strumento scelto da assassini e spacciatori.
“Se nella mia azienda ci fosse un trader che scambia Bitcoin, lo licenzierei in un secondo per due ragioni", aveva dichiarato durante la conferenza a New York.
“Uno, è contro le nostre regole. Due, è stupido”, aveva spiegato.
“È una truffa e onestamente sono scioccato dal fatto che nessuno riesca a vederlo per quello che è”, aveva aggiunto Dimon.
Tuttavia, Dimon sembra aver ammorbidito il suo attacco in una intervista a FOX Business, riferendosi ai suoi commenti precedenti.
“Mi pento di averli fatti”, ha ammesso.
Dimon ha ribadito di “non essere per niente interessato all’argomento”, ma ha ammesso che la tecnologia blockchain, il sistema di ledger che tiene traccia delle criptovalute, è “reale”.
Avverte però che le offerte iniziali di valute digitali (ICO) dovrebbero essere valutate singolarmente.
Il Bitcoin, la principale criptovaluta con una capitalizzazione di mercato di 259,16 miliardi di dollari, è schizzato di oltre il 1.300% nel 2017 e del 256% da quando sono stati resi i commenti di Dimon, a settembre.
Il Bitcoin crolla del 3,83%, o di 587,00 dollari, sul Bitfinex a 14.7588,00 alle 7:27 ET (12:27 GMT) questo martedì, mentre il suo rivale al secondo posto, l’Ethereum, schizza a nuovi massimi storici.