Investing.com – I futures del petrolio sono pressoché immutati oggi, negli scambi della mattinata europea, oscillando tra piccoli rialzi e ribassi in attesa dei dati del governo USA sulle scorte di greggio e del risultato del meeting della Fed.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a giugno sono stati scambiati a 103,67 dollari al barile, in salita dello 0,12%.
Il contratto di giugno è scambiato nel range stretto tra il massimo della sessione di 103,83 dollari al barile ed il minimo della sessione di 103,57 dollari al barile.
Intanto sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono stati scambiati a 118,41 dollari al barile, giù dello 0,3%.
I traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 2,65 milioni di barili la scorsa settimana, al livello più alto da maggio, accendendo i timori per un eventuale calo della domanda USA.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono aumentate di 3,64 milioni di barili la scorsa settimana, al di sopra della aspettative di un aumento di 0,68 milioni di barili.
Mentre ci si aspetta che la Fed tenga gli interessi vicini allo zero fino al 2014 i traders studieranno l’attitudine della banca sulle eventuali nuove misure di allentamento quantitativo.
Gli operatori sperano che ci potrebbe essere qualche manifestazione di sostegno per un terzo round di acquisti di obbligazioni, per sostenere l'economia degli Stati Uniti.
Il round di acquisti precedente aveva indebolito il dollaro e mandato i prezzi al picco record di 1.920 dollari l’oncia troy a settembre.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Ieri i prezzi sono leggermente aumentati, con gli investitori si sono risollevati dopo il successo dell’asta in Olanda, che ha visto scendere il rendimento, un giorno dopo il crollo del governo dovuto alla crisi per i tagli al bilancio.
Tuttavia l’asta in Spagna ha visto il debito a breve termine quasi raddoppiare, mentre in Italia il rendimento dei titoli è salito al massimo da gennaio in seguito all’asta di ieri.
Intanto sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono stati scambiati a 118,22 dollari al barile, su dello 0,05%. Il differenziale tra i contratti Brent e quelli del greggio è a 15,25 dollari al barile.
I Brent sono stati supportati dai timori per l’interruzione delle forniture dal principale campo petrolifero britannico, quello di Buzzard nel mare del nord, per via di un interruzione della produzione.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a giugno sono stati scambiati a 103,67 dollari al barile, in salita dello 0,12%.
Il contratto di giugno è scambiato nel range stretto tra il massimo della sessione di 103,83 dollari al barile ed il minimo della sessione di 103,57 dollari al barile.
Intanto sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono stati scambiati a 118,41 dollari al barile, giù dello 0,3%.
I traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 2,65 milioni di barili la scorsa settimana, al livello più alto da maggio, accendendo i timori per un eventuale calo della domanda USA.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono aumentate di 3,64 milioni di barili la scorsa settimana, al di sopra della aspettative di un aumento di 0,68 milioni di barili.
Mentre ci si aspetta che la Fed tenga gli interessi vicini allo zero fino al 2014 i traders studieranno l’attitudine della banca sulle eventuali nuove misure di allentamento quantitativo.
Gli operatori sperano che ci potrebbe essere qualche manifestazione di sostegno per un terzo round di acquisti di obbligazioni, per sostenere l'economia degli Stati Uniti.
Il round di acquisti precedente aveva indebolito il dollaro e mandato i prezzi al picco record di 1.920 dollari l’oncia troy a settembre.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Ieri i prezzi sono leggermente aumentati, con gli investitori si sono risollevati dopo il successo dell’asta in Olanda, che ha visto scendere il rendimento, un giorno dopo il crollo del governo dovuto alla crisi per i tagli al bilancio.
Tuttavia l’asta in Spagna ha visto il debito a breve termine quasi raddoppiare, mentre in Italia il rendimento dei titoli è salito al massimo da gennaio in seguito all’asta di ieri.
Intanto sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono stati scambiati a 118,22 dollari al barile, su dello 0,05%. Il differenziale tra i contratti Brent e quelli del greggio è a 15,25 dollari al barile.
I Brent sono stati supportati dai timori per l’interruzione delle forniture dal principale campo petrolifero britannico, quello di Buzzard nel mare del nord, per via di un interruzione della produzione.