MILANO/PARIGI (Reuters) - Il mercato globale dei beni di lusso chiuderà l'anno con una crescita intorno al 4% a cambi costanti a 281 miliardi di euro, in rallentamento rispetto al +6% archiviato nel 2018 a causa principalmente delle crollo del mercato di Hong Kong nella seconda parte dell'anno.
Secondo Bain & Co., che oggi ha presentato il suo studio annuale sulle prospettive del mondo del lusso in collaborazione con Altagamma, il settore continuerà ad espandersi al ritmo del 3-5% medio annuo fino al 2025 grazie ai consumi delle nuove generazioni, soprattutto cinesi, ma la strada potrebbe farsi più accidentata del previsto per le numerose turbolenze che possono colpire geografie strategiche, dalle tensioni socio-politiche a quelle sul commercio internazionale, dalle fluttuazioni dei cambi a una possibile frenata dell'economia.
Il 2019 è esemplare in questo senso. Bain ha abbassato le attese di fine anno portandole sulla parte bassa della forchetta indicata a giugno (4-6%) principalmente a causa delle proteste antigovernative che da luglio scuotono Hong Kong.
Considerando le incognite della guerra commerciale Usa-Cina e l'incertezza sull'andamento della stagione natalizia, la società di consulenza non esclude che la crescita possa limitarsi quest'anno addirittura a un +2%.
"Le vicende di Hong Kong stanno portando a una trasformazione della geografia del lusso in Asia", dice Federica Levato, co-autrice dello studio con Claudia D'Arpizio. I cinesi - che da soli valgono il 35% del mercato globale - non solo comprano sempre di più in patria (+30% nel 2019), ma guardano anche a destinazioni turistiche alternative che potrebbero lasciare spazio alla nascita di nuovi hub del lusso nella regione.
Il ridimensionamento dell'ex colonia britannica era già cominciato prima delle ultime turbolenze: dal picco di 10 miliardi di euro di beni di lusso venduti nel 2013, si è scesi a 8 miliardi nel 2018 per arrivare ai 6 miliardi previsti per quest'anno. I circa mille negozi oggi presenti nella città non sono probabilmente più sostenibili, dice Levato.
Un tema che potrebbe presto diventare globale: pur continuando a considerare necessario il negozio fisico accanto all'impetuoso affermarsi del canale online, Bain ritiene che lo sviluppo della rete retail nel mondo possa toccare il suo picco già nel 2020.
(Claudia Cristoferi, Sarah White, in redazione Maria Pia Quaglia)