ROMA (Reuters) - Nel 2020 è proseguita per il settimo anno consecutivo la diminuzione della popolazione italiana, con la pandemia che ha provocato almeno 99.000 decessi, secondo il report sugli indicatori demografici diffuso stamani da Istat.
Su 746.000 morti registrate, 112.000 in più dell'anno prima, "la mortalità indotta direttamente/indirettamente da Covid-19 ammonta a 99.000 decessi, un livello che può considerarsi come limite minimo", dice Istat, precisando che l'eccesso di mortalità ha riguardato maggiormente il Nord, gli uomini e gli anziani.
Per effetto del forte aumento del rischio di mortalità, lo scorso anno si è ridotta la speranza di vita alla nascita, che "scende a 82 anni, ben 1,2 anni sotto il livello del 2019".
L'1 gennaio 2021 i residenti ammontavano a 59,259 milioni, 384.000 in meno su base annua, con un'età media di 46 anni. Nel 2020 si è registrato il minimo di nascite (7 neonati per mille abitanti) e il massimo di decessi (13 per mille).
"Il 2020 segna l'ennesima riduzione delle nascite che sembra non aver fine. Nel volgere di 12 anni si è passati da un picco relativo di 577.000 nati agli attuali 404.000, ben il 30% in meno", sottolinea l'istituto di statistica.
In frenata l'anno scorso anche i flussi migratori con l'estero: il saldo si è fermato a +79.000, la metà del 2019 e il valore più basso degli anni 2000.
(Antonella Cinelli, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)