HONG KONG (Reuters) - La Cina è intervenuta nei mercati onshore e offshore dello yuan per sostenere la valuta per il secondo giorno consecutivo, alimentando le speculazioni che Pechino voglia difendere la sua moneta in vista dell'insediamento del repubblicano Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
La banca centrale cinese ha fissato il midpoint giornaliero dello yuan a un livello superiore alle attese, le banche a controllo statale hanno venduto dollari e i tassi di finanziamento per lo yuan offshore sono cresciuti, elementi che suggeriscono la volontà dello Stato di mitigare le perdite della valuta.
La mossa ha aiutato lo yuan a salire dello 0,1% nonostante la forza del dollaro, mentre lo yuan offshore ha segnato il massimo delle ultime due settimane.
Gli investitori globali stanno diventando sempre più nervosi sullo yuan in vista dell'insediamneto di Trump il prossimo 20 gennaio. Il futuro presidente Usa, durante la campagna elettorale, aveva minacciato di porre alte tariffe doganali sull'importazione delle merci cinesi e di etichettare Pechino come manipolatore di valute.
La decisione di sostenere il midpoint e la crescita dei tassi di finanziamento suggeriscono che la Banca del popolo cinese intende difendere lo yuan e impedirgli di rompere la soglia di 7 yuan per dollaro, spiega in una nota Ken Cheung, strategist di Mizuho Bank a Hong Kong.