😎 Saldi d’estate esclusivi - Fino al 50% di sconto sugli stock picks di InvestingProAPPROFITTA DELLO SCONTO

Bce: quanto è probabile un taglio a settembre? Ecco cosa pensano gli analisti

Pubblicato 22.07.2024, 10:02
© Reuters.

Investing.com – Il mercato aveva ampiamente previsto che, dopo il primo taglio di giugno, la Bce avrebbe deciso di lasciare i tassi d’interesse fermi a luglio, rinviando a fine estate qualsiasi discorso sull’allentamento della stretta monetaria. Ma cosa succederà a settembre e quanti tagli è lecito aspettarsi da qui a fine anno? Ecco cosa ne pensano gli analisti.

Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research MFS IM

Come ampiamente previsto, la BCE ha mantenuto invariati tutti e tre i tassi di politica monetaria in occasione della riunione di luglio. Il tasso sui depositi rimane quindi al 3,75% dopo il taglio di giugno. La banca centrale continua a ritenere che i tassi in vigore stiano contribuendo a ridurre l'inflazione e che la politica monetaria stia mantenendo le condizioni di finanziamento sotto controllo. Le decisioni future continueranno a garantire che i tassi di interesse rimangano “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”. Naturalmente, la BCE non si impegnerà in un particolare percorso di riduzione dei tassi e continuerà a farsi guidare dai dati. Nel complesso, si è trattato di una conferenza stampa piuttosto neutra e non impegnativa.

Il nostro scenario di base prevede un taglio a settembre. In questo senso, non crediamo che settembre sia necessariamente “wide open”. In effetti, un taglio è previsto all'80% per settembre. Riteniamo che i prossimi dati dovrebbero confermare la narrativa disinflazionistica e consentire un taglio alla prossima riunione. Insieme alle crescenti probabilità di un taglio da parte della Fed (con i “global drivers” che trascinano i rendimenti verso il basso), vediamo i rendimenti dei Bund in calo nel corso della seconda metà dell'anno, con un obiettivo a fine anno del 2,25%. Questo ci mantiene costruttivi sulla duration dell'area euro.

Gli spread EGB (Francia esclusa) rimangono relativamente solidi, con i BTP-Bund a 10 anni che sono tornati a livelli stretti. La politica dei QT è stata comunicata in modo trasparente con un'attuazione prevedibile. Anche l'offerta continua a essere assorbita bene e le pressioni stanno diminuendo nei mesi estivi. Continuiamo a vedere una potenziale volatilità localizzata negli spread degli OAT-Bund, che continuano a rimanere vulnerabili ai processi di formazione del bilancio e del governo francese.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte

Una riunione sostanzialmente interlocutoria per la BCE, con pochi spunti addizionali. Di seguito alcuni dei principali temi toccati da Christine Lagarde:

  • I rischi sulla crescita sono orientati al ribasso, prevalentemente per via della variabile geopolitica;
  • I salari hanno subito un’accelerazione nel primo trimestre, ma l’impatto sui prezzi al consumo è stato contenuto, dal momento che le aziende hanno parzialmente assorbito i rialzi ridimensionando i profitti;
  • L’inflazione è attesa rimanere intorno ai livelli attuali per il resto dell’anno;
  • La revisione del framework di politica monetaria dovrebbe essere completata nella seconda parte del 2025. Non saranno, però, presi in esame né la revisione del target dell’inflazione, attualmente al 2%, né l’esplicitazione dei Dots, cioè le stime anonime dei policymaker per i prossimi tre anni.

Sul tema di un possibile taglio dei tassi a settembre, Lagarde ha precisato che la decisione è "ampiamente aperta" e ha ribadito l'approccio data dependent. La Bce sarà presterà particolare attenzione anche alle decisioni di politica economica degli altri Paesi, soprattutto sul tema dazi.

La riunione si è dimostrata interlocutoria, in linea con le attese. Da evidenziare il fatto che i rischi sulla crescita siano al ribasso e che il rialzo salariale (tipico effetto ritardato delle fasi di inflazione elevata) sia in parte assorbito dalle aziende attraverso il contenimento dei margini. Resta dunque invariata l'attesa di due ulteriori tagli della BCE entro fine anno.

Se il prossimo taglio arriverà già a settembre o si dovrà aspettare ottobre dipenderà anche dalle decisioni della Fed, che a settembre si pronuncerà sei giorni dopo l’Eurotower. Ad ogni modo, la riunione BCE di settembre sarà preceduta dal simposio di Jackson Hole (22 - 24 agosto), che potrebbe anticipare le future mosse della Fed. Indicazioni ulteriori potrebbero arrivare anche dalla riunione della Fed del 31 luglio, quando ad esempio potrebbe essere modificato o addirittura omesso l’aggettivo “elevata” che finora ha sempre accompagnato l’inflazione.

L'anno potrebbe concludersi con un totale di tre tagli sia per la Bce che per la Fed. La prima potrebbe effettuare i prossimi tagli in settembre e dicembre, in corrispondenza dell'aggiornamento delle stime su PIL e inflazione, ipotizzando un'apertura forte della Fed al taglio di settembre a Jackson Hole, insieme a qualche indizio nella riunione del 31 luglio.

Ann-Katrin Petersen, Chief Investment Strategist Germany, Austria, Switzerland and Eastern Europe, BlackRock (NYSE:BLK) Investment Institute

La BCE ha mantenuto i tassi fermi, come previsto, tra sorprese al rialzo sull'inflazione e notizie al ribasso sulla crescita. Riteniamo che gli attuali tassi altamente restrittivi significhino che la BCE potrebbe tagliare di nuovo a settembre, ma non è un pilota automatico e dipenderà dai prossimi dati. Gli investitori dovrebbero tenere a mente il quadro generale: questo è un ciclo di taglio dei tassi atipico. I tassi nell'area dell'euro rimarranno probabilmente strutturalmente più alti rispetto a prima della pandemia a causa delle persistenti pressioni inflazionistiche.

Riteniamo che la BCE agirà in base ai prossimi dati e alle nuove proiezioni macro a settembre, ma non con il pilota automatico: la Presidente Lagarde ha dichiarato che un taglio a settembre è “ampiamente possibile”. Ha ribadito che la BCE seguirà un “approccio dipendente dai dati, riunione per riunione”. In linea con il messaggio trasmesso a Sintra, la BCE vuole più dati per confermare l'ipotesi di un ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2% entro la fine del 2025 e vorrà vedere la crescita dei salari moderarsi ulteriormente.

L'inflazione stagnante significa che la politica rimarrà rigida. Non crediamo che la BCE taglierà molto e velocemente. Come il ciclo di rialzi, questo non è il tipico ciclo di tagli: Non si tratta di un ritorno al mondo che conoscevamo un tempo, in cui l'inflazione era costantemente ben al di sotto dell'obiettivo del 2%. Con un mercato del lavoro ancora rigido e una produttività debole, le pressioni interne sui prezzi potrebbero mantenere l'inflazione vicina o superiore al 2%, anche se pensiamo che la crescita dei salari scenderà dai livelli attuali. Dato che la BCE ha alzato i tassi a livelli altamente restrittivi, un ritmo costante di tagli del tasso nei prossimi trimestri, compreso uno potenzialmente a settembre, lascerebbe ancora la politica a pesare sulla crescita. Questo anche dopo aver tenuto conto di quello che probabilmente è ora un tasso neutro più alto a causa di cambiamenti strutturali.

Gli investitori dovrebbero tenere a mente il quadro generale: i tassi rimarranno probabilmente strutturalmente più alti rispetto a prima della pandemia, sostenendo l'appeal del reddito. Siamo tatticamente neutrali sui titoli di Stato dell'area dell'euro, poiché il percorso politico rimane incerto. Privilegiamo i titoli statunitensi rispetto a quelli europei grazie agli utili societari più solidi e al tema dell'AI.

Sfrutta l’Academy di Investing.com

Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR

Dopo il primo taglio di 25bp della riunione di giugno, la Bce ha deciso all'unanimità di tenere fermi i tassi di riferimento: deposit rate al 3.75%, main refinancing rate al 4.25% e marginal lending facility rate al 4.50%. Gli ultimi dati supportano l'outlook presentato gli scorsi meeting, ovvero il fatto che in Eurozona il processo di disinflazione stia procedendo, ma lentamente e che la strada potrebbe essere irregolare.

In eurozona le attività economiche indicano una crescita in espansione nel secondo trimestre dell'anno, probabilmente a un ritmo più lento del primo trimestre, trainata ancora dal settore servizi, mentre la manifattura rimane ancora sotto pressione. La Bce si aspetta che la crescita economica nei prossimi trimestri sia trainata non solo dalla domanda dall'estero, ma anche dai consumi domestici privati, con la discesa dell'inflazione e crescita salariale ancora sostenuta, in effetti il potere d'acquisto dei consumatori prende forza.

Tuttavia, bisogna notare che fino a ora in Eurozona non si è vista una consistente ripresa della fiducia dei consumatori e che la propensione marginale al consumo rimane molto sottotono, in altre parole i consumatori preferiscono ancora risparmiare. La Bce riconosce che i rischi sulla crescita economica rimangano al ribasso. In questo contesto, il mercato del lavoro rimane molto forte, con espansione della forza lavoro, e tasso di disoccupazione ancora ai minimi. I dati di inflazione si stanno stabilizzando, è dunque positivo ci sia meno volatilità, tuttavia il livello rimane più alto del target del 2%. Con un mercato del lavoro particolarmente forte e produttività ancora debole, il costo unitario del lavoro pone pressioni al rialzo. Tuttavia, ci sono evidenze del fatto che le spinte salariali siano per il momento assorbite dai margini aziendali, senza pesare sui prezzi al consumo. In linea con le aspettative, l'inflazione si sta assestando intorno al 2.5%, leggermente superiore rispetto al target del 2%, e probabilmente rimarrà su questo livello fino al prossimo anno.

Le condizioni creditizie rimangono restrittive come confermato dall'ultimo sondaggio condotto fra le banche dell'Eurozona, in particolare per le imprese. La Bce manterrà una stance restrittiva finché non avrà raggiunto il target di inflazione del 2%.

Proprio alla luce del fatto che il processo di disinflazione si stia mostrando piuttosto lento e incerto, la Bce decide di fare una pausa dopo il primo taglio, confermando il fatto che il ciclo dei tagli dei tassi di riferimento non sarà particolarmente aggressivo.

La Bce rimane strettamente dipendente dai prossimi dati per le future decisioni di politica monetaria, che saranno basate in particolare sull'outlook di inflazione, le dinamiche di inflazione sottostante e sulla forza del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. La Bce non dà indicazioni sulle prossime mosse, nemmeno sul prossimo meeting che sarà a settembre, sulla decisione peseranno inoltre le nuove proiezioni macroeconomiche di settembre. Lagarde sottolinea che ci sia molto consenso all'interno del consiglio direttivo sul fatto che non sia in questo momento appropriato impegnarsi su determinate mosse per il futuro.

iBanFirst

La riunione del comitato esecutivo della BCE ha lasciato invariati i tassi di interesse come da attese. Tuttavia, ci sono stati alcuni indizi per sostenere su un'altra riduzione a settembre compreso il commento della presidente della BCE Christine Lagarde secondo cui i rischi per la crescita erano "inclinati al ribasso", una modifica rispetto alla sua precedente formulazione secondo cui erano bilanciati, almeno nel breve termine. I commenti rafforzano le aspettative che l'attività debole continuerà a allentare le pressioni sui prezzi nell'economia, consentendo alla BCE di tagliare ulteriormente i tassi, forse una volta al trimestre, con l’ipotesi di altri due tagli entro la fine del 2024.

Fabio Castaldi, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management

Nessuna sorpresa in occasione della riunione della BCE. Tassi invariati e nessuna forward guidance su come la Banca Centrale approccerà il meeting di settembre. Gli elementi che guideranno le decisioni della BCE saranno l’osservazione del trend sull’inflazione e l’evoluzione dei dati che impatteranno le proiezioni future della stessa. La prima riunione al rientro della pausa estiva sarà senz’altro “live” e data dependent. Rimaniamo dell’idea che, al di là dei dati europei, saranno altrettanto importanti quelli provenienti dagli Stati Uniti e la conseguente decisione della Federal Reserve. Lo scenario centrale, a nostro avviso, è quella di un taglio da parte di entrambe le banche centrali nel mese di settembre.

Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS

La Bce decide all'unanimità di mantenere i tassi d'interesse costanti e la Lagarde, evitando di fornire una forward guidance esplicita, ribadisce che le decisioni sui tassi saranno prese riunione per riunione, a seconda delle informazioni disponibili in quel momento. In particolare, durante la conferenza stampa la presidente della Bce ha definito la decisione di settembre come “ampiamente aperta”.

L’impressione è che, se l'inflazione, i salari e l'attività si comporteranno come previsto dalla Bce, assisteremo a un taglio dei tassi a settembre. Sono emersi pochi nuovi messaggi dall’ultima riunione. L'inflazione interna (essenzialmente dei servizi) e la crescita dei salari rimangono elevate. Tuttavia, secondo la stessa Lagarde, i dati recenti non sono stati una sorpresa per la Bce.

La Bce prevede che il tasso d'inflazione su base annua si mantenga su livelli simili a quelli attuali per il resto dell'anno, prima di iniziare a scendere sensibilmente nel 2025. Chiaramente, la Bce non avrà bisogno di vedere un calo a breve termine del tasso d'inflazione annuale per tagliare i tassi a settembre. È sufficiente che non si verifichino sorprese negative significative. Allo stesso modo, il fatto che la Bce veda rischi al ribasso per l'attività economica fa pensare che voglia ridurre i tassi a settembre, purché l'inflazione si comporti come previsto.

Gli indicatori anticipatori dei salari segnalano già segnali di moderazione. I salari stanno recuperando terreno rispetto all'inflazione passata, ma non si prevede una crescita particolarmente forte se si guarda al 2025. Secondo la stessa Lagarde, la Bce riceverà “molte” nuove informazioni da qui a settembre, il che pone implicitamente le premesse per un taglio dei tassi in quel mese, a meno di sorprese di rilievo.

Guy Stear, Head of Developed Markets Strategy di Amundi Investment Institute.

La riunione e la conferenza stampa della BCE hanno avuto un impatto limitato sui mercati, con i prezzi delle obbligazioni e il cambio euro-dollaro che sono rimasti pressoché invariati dopo l'evento. In Amundi ci aspettiamo un taglio dei tassi di 25 punti base alla prossima riunione di settembre, e anche i mercati scontano una tale mossa con una probabilità di quattro su cinque. Sebbene la crescita dei salari sia ancora elevata e costante, la Presidente Lagarde sembra considerarla un indicatore tardivo della pressione inflazionistica e sia lei che il Consiglio sembrano più preoccupati per il rallentamento della crescita economica.

Informazioni Pro

Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia

Riunione abbastanza piatta, quella di giovedì 18 luglio. Christine Lagarde ha lasciato ben intendere che non si possono fare promesse sull’andamento della politica monetaria: i giornalisti in sala erano ansiosi di parlare di settembre, ma l’argomento è stato accuratamente arginato; le porte in questo senso restano letteralmente “spalancate”. Per il resto, si sono visti commenti molto equilibrati sull'andamento dell’inflazione, ricordando che è sì in discesa, ma ancora elevata e al di sopra dell'obiettivo. Forse l’unica sorpresa è stata sulla crescita, per la quale i rischi sono stati indicati al ribasso.

Per quanto riguarda le attese degli investitori sulle prossime mosse della BCE, dopo la riunione il mercato prezzava 47 punti base di ribassi entro la fine dell’anno, ovvero un taglio a settembre e uno a dicembre – attesa che ci trova d’accordo. Nettamente più aperta la questione 2025.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investment

La riunione della BCE ha riservato poche sorprese e, di conseguenza, ha visto movimenti limitati sui mercati finanziari. Come ci aspettavamo, sia la dichiarazione di politica monetaria che i commenti della Presidente Lagarde hanno chiarito che al momento non c'è un percorso prestabilito di normalizzazione dei tassi, dopo il precedente imbarazzo causato da una forward guidance quasi “esplicita”. I futuri movimenti dei tassi dipenderanno dai dati e saranno determinati di volta in volta.

Gli ultimi dati sull'inflazione da servizi e salari non hanno mostrato segni di moderazione, come inizialmente sperato dopo il taglio dei tassi di giugno. Sebbene i rischi per la crescita restino orientati al ribasso, in alcuni settori le retribuzioni dei lavoratori stanno ancora recuperando terreno come conseguenza tardiva dell'impennata dell'inflazione post-Covid. La BCE resta fiduciosa che i salari si attenueranno nei prossimi trimestri, tornando a livelli che consentiranno all'inflazione di rientrare in maniera sostenibile verso l'obiettivo del 2%. Man mano che vedremo compiersi questo processo, la banca centrale adotterà ulteriori misure di normalizzazione, la prossima delle quali avverrà probabilmente a settembre.

Saverio Berlinzani, Senior Analyst di ActivTrades

La BCE ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse a luglio 2024, come da consensus, in ragione del fatto che i dati attuali supportano le precedenti prospettive di inflazione. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è rimasto al 4,25%, il tasso sui depositi al 3,75% e il tasso di prestito marginale al 4,5%. Nello statement si legge che alcuni indicatori di inflazione sono aumentati a maggio a causa di fattori temporanei, ma la maggior parte si è stabilizzata o è scesa a giugno.

L'impatto inflazionistico dell'elevata crescita salariale è stato mitigato dagli utili e la politica monetaria rimane restrittiva. Nonostante ciò, le pressioni sui prezzi interni e l'inflazione dei servizi sono ancora elevate, con un'inflazione complessiva che dovrebbe rimanere al di sopra dell'obiettivo fino al prossimo anno. Il Consiglio mira a riportare l'inflazione al 2% e manterrà tassi di politica restrittivi se necessario.

In conferenza stampa la Lagarde ha ribadito che le decisioni sui tassi dipenderanno dai dati economici in corso, dalle tendenze dell'inflazione di base e dall'efficacia della politica monetaria. Il Consiglio è flessibile e adeguerà i tassi in base all'evoluzione dei dati, senza impegnarsi in un percorso fisso.

Giacomo Calef, Country Head Italia, NS Partners

La Banca centrale europea, come atteso, ha confermato i tassi di interesse sui livelli attuali di 3,75%. Cosa aspettarsi adesso sui mercati? Guardando avanti, in particolare al mese di settembre quando il mercato sconta una riduzione del costo del denaro sia da parte della BCE che della Fed, i titoli ciclici potrebbero beneficiarne: settori come l'industria, i materiali e i beni di consumo discrezionali tendono a performare meglio in un contesto di politica monetaria più accomodante.

Potremmo assistere dunque ad una rotazione verso titoli più ciclici o meno legati al boom dell'AI. Gli investitori potrebbero spostare i capitali dai titoli tecnologici ad alta crescita verso settori più tradizionali e ciclici. Indici come l'S&P 500 Equal Weighted o il Russell 2000 potrebbero vedere un miglioramento relativo rispetto all'S&P 500 tradizionale, dominato dai giganti tech. Nel mercato obbligazionario, ci si aspetta una discesa dei rendimenti e un rialzo dei prezzi. Alcuni investitori potrebbero chiudere le loro posizioni prima della scadenza per realizzare profitti: con l'aumento dei prezzi delle obbligazioni, gli investitori potrebbero preferire vendere in anticipo per sfruttare i guadagni di capitale piuttosto che attendere la scadenza. I rendimenti dei titoli di stato scenderanno gradualmente, come visto recentemente, ma saranno influenzati anche dai fattori geopolitici. Eventi globali come tensioni politiche e conflitti possono infatti influenzare i rendimenti dei titoli di stato, rendendo il mercato più volatile.

Anche i tassi di interesse sui prestiti scenderanno gradualmente. Attualmente, l'Euribor a 3 mesi è a 3.67%, rispetto al 3.85% di inizio maggio. Questa riduzione riflette un tentativo della BCE di normalizzare la politica monetaria. La diminuzione non sarà brusca, ma avverrà gradualmente per evitare shock economici. Il mercato prevede altri due tagli dei tassi entro la fine dell'anno, nonostante le divisioni all'interno del Comitato BCE. Rimane incerto se tagliare i tassi troppo tardi possa avere un impatto negativo su un’economia già in rallentamento, o se anticipare troppo possa rischiare di alimentare un’inflazione persistente.

I prezzi delle commodity, infine, potrebbero essere influenzati dalle aspettative di crescita economica e dalle politiche monetarie delle principali banche centrali: un contesto di tassi più bassi potrebbe sostenere i prezzi delle commodity, specialmente quelle legate alla crescita economica come il petrolio e i metalli industriali.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.