MILANO (Reuters) - Confindustria riduce drasticamente le stime del Pil italiano rispetto alle previsioni fornite a dicembre, tenendo conto dell'effetto Brexit, e avverte che la vittoria del 'no' al referendum costituzionale di ottobre avrebbe un impatto ancora più pesante.
Nel report sugli scenari economici, presentato stamani a Milano, il Centro studi di Confindustria riduce il Pil per il 2016 a +0,8% rispetto al +1,4% e a +0,6% nel 2017 dal precedente 1,3%, a fronte di un obiettivo governativo rispettivamente di +1,2% e +1,4%.
Secondo l'associazione delle imprese, la Brexit peserà sulla crescita italiana per 0,1% quest'anno e per mezzo punto nel 2017.
Ben più pesante, avverte il Csc, sarebbe l'effetto dell'eventuale vittoria del 'no' al referendum di ottobre che vede Confindustria schierata per il 'sì', a sostegno del premier Matteo Renzi che a quel voto ha legato il proprio futuro politico.
"L'effetto complessivo della vittoria del 'No' è stato quantificato per il triennio 2017-2019: il Pil cala dello 0,7% nel 2017 e dell'1,2% nel 2018, salendo dello 0,2% nel 2019. In totale si riduce dell'1,7%, mentre nello scenario di base sarebbe salito del 2,3%; quindi la differenza è di 4 punti percentuali", dice il report.
Con la vittoria del 'no', prosegue il centro studi, nel triennio gli investimenti scenderebbero complessivamente del 12,1% contro il +5,6% altrimenti atteso, si perderebbero 258.000 posti di lavoro anziché acquistarne 319.000, il deficit/Pil salirebbe al 4% nel 2018 e il debito supererebbe il 144% del Pil nel 2019.
Senza tener conto degli effetti del voto di ottobre, il Csc peggiora la previsione del deficit/Pil per quest'anno (2,5% dal 2,3% stimato a dicembre) e per il prossimo (2,3% da 1,6%).
Il debito/Pil è stimato al 133,4% quest'anno (dal precedente 132,1%) e al 134% per il 2017 (da 130,6%).
Sul fronte del lavoro, il centro studi dà il tasso di disoccupazione all'11,5% (dal precedente 11,6%) quest'anno e conferma la stima dell'11,1% per il prossimo.
(Elvira Pollina)