Investing.com – I futures del petrolio greggio scendono negli scambi ridotti di oggi, staccandosi dal massimo di 3 settimane mentre gli investitori sono rimasti cauti in vista dell’asta di bond italiani prevista nel corso della giornata. Tuttavia i prezzi sono rimasti sostenuti dalla prospettiva di un eventuale interruzione delle forniture dall’Iran.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 101,02 dollari al barile, nella mattinata degli scambi europei, in calo dello 0,32%.
Precedentemente i prezzi del petrolio sono scesi dello 0,45%, a 100,88 dollari al barile, il minimo della sessione.
I prezzi del petrolio sono saliti a 101,75 la barile martedì, il massimo dal 7 dicembre, dopo essere saliti nelle ultime sei sessioni, la serie di guadagni più lunga dal novembre 2010.
I volumi degli scambi sono ridotti, tra le festività di Natale e Capodanno, con la conseguente liquidità ridotta e volatilità irregolare.
Nel corso della giornata, l'Italia ha programmato di vendere 9 miliardi di euro in bond a 6 mesi e 2,5 miliardi di euro in titoli zero-coupon in scadenza nel 2013. Il paese inoltre ha programmato di mettere all’asta nella giornata di giovedì 8,5 milioni di euro in obbligazioni a lungo termine con scadenza tra il 2014 e il 2022.
In vista dell’asta il rendimento dei titoli italiani è oltre la soglia del 7%, un livello considerato insostenibile nel lungo temine.
Gli sviluppi della zona euro hanno dominato gli scambi del mercato del petrolio nei mesi scorsi, per i timori che la crisi del debito sovrano possa portare un ulteriore rallentamento ed il conseguente calo della domanda di petrolio.
Nel frattempo, i prezzi hanno risentito delle preoccupazioni per un’eventuale interruzione delle esportazioni di petrolio iraniano dopo che la Repubblica islamica ha lanciato sabato una decina di giorni di esercitazioni navali nello Stretto di Hormuz.
Il vice-presidente Iraniano ha avvertito martedì che il passaggio del petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz sarà interrotto se saranno imposte delle sanzioni internazionali sulle esportazioni di greggio iraniano, per via del programma nucleare del paese.
Lo Stretto di Hormuz, che si trova tra Iran e Oman, è uno dei più importanti canali di passaggio per il petrolio verso tutto il mondo, attraverso il quale passa il 33% di tutto il petrolio trasportato nell'oceano, secondo le informazioni Energy Administration degli Stati Uniti.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures del petrolio Brent con febbraio sono stati scambiati a 108,53 dollari al barile, con un calo dello 0,67%. Il differenziale tra i Brent e i contratti del greggio si è attestato a 7,51 dollari al barile, il divario minore dal 20 gennaio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 101,02 dollari al barile, nella mattinata degli scambi europei, in calo dello 0,32%.
Precedentemente i prezzi del petrolio sono scesi dello 0,45%, a 100,88 dollari al barile, il minimo della sessione.
I prezzi del petrolio sono saliti a 101,75 la barile martedì, il massimo dal 7 dicembre, dopo essere saliti nelle ultime sei sessioni, la serie di guadagni più lunga dal novembre 2010.
I volumi degli scambi sono ridotti, tra le festività di Natale e Capodanno, con la conseguente liquidità ridotta e volatilità irregolare.
Nel corso della giornata, l'Italia ha programmato di vendere 9 miliardi di euro in bond a 6 mesi e 2,5 miliardi di euro in titoli zero-coupon in scadenza nel 2013. Il paese inoltre ha programmato di mettere all’asta nella giornata di giovedì 8,5 milioni di euro in obbligazioni a lungo termine con scadenza tra il 2014 e il 2022.
In vista dell’asta il rendimento dei titoli italiani è oltre la soglia del 7%, un livello considerato insostenibile nel lungo temine.
Gli sviluppi della zona euro hanno dominato gli scambi del mercato del petrolio nei mesi scorsi, per i timori che la crisi del debito sovrano possa portare un ulteriore rallentamento ed il conseguente calo della domanda di petrolio.
Nel frattempo, i prezzi hanno risentito delle preoccupazioni per un’eventuale interruzione delle esportazioni di petrolio iraniano dopo che la Repubblica islamica ha lanciato sabato una decina di giorni di esercitazioni navali nello Stretto di Hormuz.
Il vice-presidente Iraniano ha avvertito martedì che il passaggio del petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz sarà interrotto se saranno imposte delle sanzioni internazionali sulle esportazioni di greggio iraniano, per via del programma nucleare del paese.
Lo Stretto di Hormuz, che si trova tra Iran e Oman, è uno dei più importanti canali di passaggio per il petrolio verso tutto il mondo, attraverso il quale passa il 33% di tutto il petrolio trasportato nell'oceano, secondo le informazioni Energy Administration degli Stati Uniti.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures del petrolio Brent con febbraio sono stati scambiati a 108,53 dollari al barile, con un calo dello 0,67%. Il differenziale tra i Brent e i contratti del greggio si è attestato a 7,51 dollari al barile, il divario minore dal 20 gennaio.