Investing.com - L’euro sale a un nuovo massimo di due anni e mezzo contro il dollaro questo giovedì per la diminuzione delle aspettative di un ulteriore allentamento da parte della Banca Centrale Europea che ha fatto salire la richiesta della moneta unica.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,3966, il massimo dal 31 ottobre 2011 per poi attestarsi in salita dello 0,35% a 1,3951.
Supporto a 1,3895, il minimo della seduta e resistenza a 1,4000.
La moneta unica continua a ricevere lo slancio dalla decisione della settimana scorsa della Banca Centrale Europea di non implementare le misure di politica monetaria per sostenere la crescita nella zona euro, nonostante le previsioni di un’inflazione bassa per i prossimi anni.
Ieri, il Ministro della Finanza tedesco Wolfgang Schauble ha dichiarato che i tassi di interesse nella zona euro sono troppo bassi secondo la Germania. Ha dichiarato inoltre di non credere nel rischio di deflazione nella zona euro.
L’euro è in salita contro lo yen, con EUR/JPY su dello 0,21% a 143,19, restando al di sotto del massimo di nove settimane toccato venerdì di 143,77.
I guadagni dell’euro contro lo yen sono rimasti limitati dai dati cinesi peggiori del previsto che hanno indicato un rallentamento della seconda economia mondiale all’inizio dell’anno.
I dati rilasciati nel corso della seduta hanno mostrato che la produzione industriale cinese è salita dell’8,6% nel primo bimestre del 2014, al di sotto del previsto aumento del 9,5%.
Anche le vendite al dettaglio cinesi sono risultate al di sotto delle aspettative, con un aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La Cina pubblica un unico report economico per i primi due mesi dell’anno per evitare distorsioni dovute alla festività del Capodanno Lunare.
I dati hanno seguito di alcuni giorni il report cinese che ha mostrato un crollo delle esportazioni a febbraio. I dati deludenti hanno alimentato le aspettative che la banca centrale cinese possa allentare la politica monetaria per sostenere la crescita.
Intanto, gli investitori restano cauti per l’aumento delle tensioni tra Russia e Occidente in vista del referendum che si terrà domenica nella Crimea ora occupata da forze militari a favore della Russia e che interrogherà i cittadini sull’eventuale annessione alla Russia.