Di Laura Sanchez
Investing.com - I mercati europei sono tesi questo martedì -Ibex 35, CAC 40, DAX...- in attesa dei dati sull’IPC statunitense di novembre, che verranno pubblicati alle 14:30 ora italiana, e di come potrebbero influenzare la decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve di domani (mercoledì).
Si prevede un ulteriore rallentamento del ritmo di aumento dei prezzi, con una stima dell’IPC al 7,3%, rispetto al 7,7% precedente.
Per quanto riguarda l’IPC sottostante, si stima un aumento del 6,1%, contro il 6,3% precedente.
“Ricordiamo che gli ultimi dati sull’inflazione sono stati contrastanti, con i prezzi alla produzione più alti del previsto ma con aspettative di inflazione al consumo migliori del previsto”, sottolineano da Renta 4 (BME:RTA4).
“In linea di principio, il rallentamento dell’inflazione sarebbe in gran parte il risultato di una crescita più lenta dei prezzi dell’energia, mentre si prevede che i prezzi dei prodotti alimentari abbiano continuato a crescere fortemente. Si prevede che anche i prezzi di molti beni scendano e che l’inflazione dei servizi continui a rivelarsi difficile da contrastare. Dati migliori del previsto “alimenteranno” il rally che sia il reddito fisso che le azioni occidentali hanno sperimentato negli ultimi mesi, poiché gli investitori riterranno, se non l’hanno già fatto, che l’inflazione abbia raggiunto il suo picco negli Stati Uniti”, spiega Link Securities.
“Questo, e sempre seguendo questa linea di argomentazione, permetterà alla Fed di terminare il suo processo di aumento dei tassi prima e con un tasso terminale più basso del previsto”. D’altra parte, se, come è successo venerdì con l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) per lo stesso mese, le letture sono leggermente peggiori del previsto, il sell-off tornerà su questo mercato, trascinando dietro di sé il resto dei mercati azionari occidentali”, aggiungono questi analisti.
Anche le grandi banche d’investimento stanno facendo le loro previsioni su come i dati potrebbero influenzare i principali indici nordamericani. JP Morgan (NYSE:JPM) è ottimista sull’ S&P 500, in quanto prevede che il benchmark azionario salirà tra il 2% e il 3% se l’IPC su base annua corrisponderà alle previsioni del mercato, che si attestano tra il 7,2% e il 7,4%. La banca statunitense prevede un rimbalzo tra l’8,0% e il 10,0% nel caso in cui il dato sull’inflazione raggiunga il 6,9% o meno, riporta FX Street.
Goldman Sachs (NYSE:GS) appare leggermente riservata nelle sue previsioni e prevede guadagni dell’S&P 500 superiori al 3% se l’IPC statunitense scenderà sotto il 7%.
“Una lettura compresa tra il 7% e il 7,3% comporterebbe un aumento del 2%-3% dell’S&P 500”, stima la banca, aggiungendo che un CPI statunitense compreso tra il 7,4% e il 7,7% potrebbe far scendere l’S&P 500 dell’1%-2%. La banca statunitense sottolinea inoltre che letture dell’inflazione superiori al 7,7% potrebbero generare perdite nell’S&P 500 superiori al 3%.